Antonio Iovine, il boss che da circa un mese sta collaborando con la giustizia, non dava troppo peso a quello che Roberto Saviano scriveva sul conto dei Casalesi. Mentre l’altro esponente di primo piano dell’organizzazione, Francesco Bidognetti, detto Cicciotto ‘e mezzanotte, avrebbe potuto reagire con violenza nei confronti di Saviano e della giornalista Rosaria Capacchione. All’interno del clan si discuteva infatti sul fatto che lo scrittore e la giornalista ”davano fastidio” e ci si interrogava se avrebbero potuto i loro scritti influire sulla serenità dei giudici. Questo, in estrema sintesi, afferma Iovine nei verbali depositati al processo in cui, insieme al suo ex legale Michele Santonastaso e allo stesso Bidognetti, è imputato per le minacce rivolte a Saviano e Capacchione, attraverso una lettera che il suo avvocato lesse in aula dal suo legale nella quale si chiedeva la remissione del processo Spartacus. Iovine nell’unico verbale di interrogatorio depositato finora agli atti del processo dal pm Antonello Ardituro, contestualizza la vicenda e fornisce la sua versione. Va detto che nei prossimi giorni il pm depositerà nuovi verbali che saranno al centro dell’interrogatorio in videoconferenza dell’ex boss, rinviato al 23 giugno prossimo. Iovine ricorda che all’epoca si discuteva se Saviano e Capacchione ”davano fastidio” e se i loro interventi anticamorra non rendessero ”sereno” il Tribunale che doveva giudicare i Casalesi. Lui – ha sostenuto il pentito – non dava eccessiva importanza a quanto veniva scritto, ma un diverso atteggiamento poteva averlo l’altro boss del clan, Francesco Bidognetti che avrebbe potuto mettere in atto ritorsioni. Iovine ha sottolineato che con la sua istanza di remissione, con la quale si puntava l’indice contro lo scrittore e la giornalista, l’avvocato Santonastaso ”non si rendeva conto che Bidognetti poteva dire ‘ma chi è stato a dare fastidio? Saviano?” e che questo ”poteva essere la causa scatenante di qualche reazione di Bidognetti”. ”Io dicevo: ma che ci importa di Saviano? Saviano dice che a Casal di Principe ci sono 5000 miliardi di lire di Schiavone (Francesco Schiavone, detto Sandokan, ndr), ma se dici questo al pm questi 5000 miliardi il pm non li trova perché non ci stanno’. ‘”Io non so se l’avvocato Santonastaso si rendeva conto di quanto fosse pericoloso discutere con Bidognetti di queste cose che avrebbero potuto, per l’indole di Bidognetti, scatenare davvero una reazione pericolosa per Roberto Saviano e per Rosaria Capacchione”, si legge nella sintesi dei verbali agli atti del processo.