Stop alle attività del consorzio di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno. A decretarlo i lavoratori che hanno deciso lo stato di agitazione vista l’impossibilità di continuare in una condizione precaria, caratterizzata dal mancato pagamento delle spettanze. Tra i servizi fondamentali erogati dall’ente, che tra l’altro è caratterizzato da una massiccia esposizione debitoria, l’irrigazione dei campi e la vigilanza delle centrali idrovore.
Ecco il documento diffuso da sindacati e lavoratori
I dipendenti del Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno si sono riuniti in assemblea in data odierna presso la diga di Ponte Annibale sul Volturno al fine di individuare azioni di lotta volte a sensibilizzare l’Amministrazione Consortile in particolare sulla oramai annosa problematica circa la mancata corresponsione degli emolumenti mensili.
Invero tale grave condizione, periodicamente verificatasi da circa due anni, ha costretto i dipendenti a riunirsi più volte, soprattutto nel corso degli ultimi dieci mesi, in assemblee nelle quali sono state denunciate le inadempienze dell’Amministrazione Consortile e delle competenti Istituzioni (Regione Campania) ed è stato preso atto della assenza di adeguate soluzioni.
Nelle predette assemblee, i cui verbali sono stati tutti formalmente trasmessi alle competenti Istituzioni (Amministrazione consortile – Regione Campania – Prefettura di Caserta), è stata purtroppo sempre registrata la mancanza da parte dell’Amministrazione Consortile di un piano industriale in grado di assicurare il regolare svolgimento delle attività istituzionali dell’Ente rivolte al territorio: all’agricoltura tramite il servizio irriguo ed ai cittadini del comprensorio consortile tramite la difesa del suolo assicurata con il funzionamento 24 ore su 24 degli impianti idrovori.
L’esposizione debitoria dell’Ente, l’assenza delle entrate correnti, hanno gravemente pregiudicato lo svolgimento delle attività ordinarie per la pubblica utilità tanto da non poter garantire i livelli minimi di servizio al territorio.
Purtroppo è evidente il totale disinteresse a contribuire alla soluzione delle cennate problematiche dei competenti assessorati all’Agricoltura, alla Difesa Suolo ed all’Ambiente.
Eppure allorquando è stato necessario fornire acqua per irrigazione ai territori compresi nella “Terra dei Fuochi” l’Assessorato Regionale all’Ambiente ha individuato in questo Ente l’unico in grado di risolvere le problematiche del mondo agricolo coinvolto in tale grave situazione. Così come allorquando il territorio è minacciato da perturbazioni meteo più o meno violente e/o durature la Protezione Civile allerta questo Ente che per fini istituzionali è l’unico attivo per la sicurezza idraulica del territorio.
Pertanto la constatata incomunicabilità (le cui motivazioni sono ignote) fra l’Amministrazione Consortile e le competenti Istituzioni nonché la persistente incomprensibile assenza di risposte alle problematiche dell’Ente e dei dipendenti non potevano non indurre i dipendenti stessi ad assumere la esasperata decisione di interrompere ogni attività lavorativa con la conseguente impossibilità di assicurare i servizi essenziali che determineranno la mancata erogazione dell’acqua ai fini irrigui e la assenza di vigilanza e controllo delle centrali idrovore.