Ad un “vivace dinamismo degli eco-criminali fa da contraltare l’immobilismo della politica nazionale”. Lo afferma Legambiente presentando il nuovo rapporto Ecomafia 2014, osservando che “nel nostro Paese vige ancora una legislazione a tutela dell’ambiente del tutto inadeguata, a carattere sostanzialmente contravvenzionale e basata su una vecchia impostazione che riconosce massimamente le ragioni dell’economia tralasciando i costi ambientali, sanitari e sociali”. “Reati ambientali e corruzione sono strettamente connessi – dichiara il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – Il disegno di legge sui reati ambientali approvato alla Camera e la gestazione in Parlamento di un disegno di legge sulla corruzione sono iter necessari e a nostro avviso non più rinviabili. Invece, ancora una volta, sono bloccati”. Rossella Muroni, direttrice di Legambiente, mette in evidenza “un nuovo aspetto delle attività degli ecocriminali che si muovono con strategie sempre più sofisticate camuffate di legalità. Sul fronte della corruzione è necessaria una risposta urgente perché è proprio l’area grigia dei funzionari pubblici corrotti che arricchisce e rende ancor più potente l’ecomafia”.