“Sono totalmente insoddisfatto perché il ministro non solo ha negato l’ispezione ministeriale, ma non ha neanche risposto alla mia interpellanza sul caso Cosentino e sulla vicenda della presunta collusione tra ambienti politici e malavita organizzata”. Lo ha detto oggi in Aula, il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, replicando al sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri durante il Question Time.
“Sarebbe stato compito del ministro – ha proseguito D’Anna – accertare la fondatezza di un teorema giudiziario che fa di Nicola Cosentino un uomo pericoloso solo perché conosce e frequenta parlamentari, sindaci, consiglieri ed altri esponenti delle istituzioni. Insomma: solo perché egli fa politica”. “Sarebbe stato compito del ministro – ha incalzato il parlamentare del Gal – attivare il proprio potere ispettivo, per accertare la regolarità di un’iniziativa giudiziaria che tiene in carcere, con un provvedimento abnorme, un politico incensurato e nel contempo far luce sulla fondatezza delle oblique e mai documentate ipotesi dell’accusa che lanciano un’ombra su tutto il contesto politico istituzionale del centrodestra in Campania”.
Ora, ha aggiunto D’Anna: “se questo è un assunto che può tenere in carcere una persona, noi non siamo un paese civile. Perché delle due l’una: o tutti quanti noi, che siamo amici di Nicola Cosentino, siamo degli sciocchi per cui inconsapevolmente finiamo per favorire le organizzazioni criminali, oppure per debito di amicizia e di gratitudine nei suoi confronti, ci prestiamo ad azioni in favore dei clan”.
“Nell’una e nell’altra ipotesi – ha concluso – era dovere del ministro sgomberare il campo da ogni dubbio e da ogni perplessità. Certo stavolta Orlando non si è mostrato né coraggioso, né garantista”.