Più ombre che luci nella valutazione delle imprese napoletane sull’andamento dell’economia nel primo semestre del 2014. È quanto emerge dal sondaggio congiunturale sulle imprese del territorio presentato oggi dalla Camera di Commercio di Napoli: solo il 2% delle imprese affermano che i propri ricavi sono aumentati, mentre il 71,8% delle imprese rileva una ulteriore contrazione rispetto alla fine del 2013 e il 54,7% degli intervistati parla di occupazione diminuita presso la propria azienda. Peggiorano anche o dati sul credito: nel secondo trimestre 2014 le imprese che hanno chiesto un finanziamento o la rinegoziazione di un fido o di un finanziamento sono aumentate dell’1% rispetto al trimestre precedente, dal 12,1% al 13,1%, e cresce anche il numero delle imprese che si sono viste negare o accordare un credito inferiore a quello richiesto, passando dal 59% al 59,9%. “La crisi – conferma il presidente della Camera di Commercio di Napoli Maurizio Maddaloni – continua a incombere: nei primi mesi dell’anno abbiamo una diminuzione degli occupati ma anche flebili segnali positivi sulla fiducia degli imprenditori”. Infatti la fiducia nel futuro aumenta leggermente, rispetto ai primi mesi dell’anno: con riferimento all’andamento dell’economia italiana l’indicatore congiunturale passa da 18,5 registrato a marzo all’attuale 19,4, ben lontano dal valore di 50 oltre il quale è possibile parlare di clima di fiducia positivo. Migliora leggermente nella prima metà dell’anno anche la fiducia degli imprenditori nei confronti dell’andamento della propria impresa: l’indicatore relativo al secondo trimestre 2014 si attesta sul valore di 16,1, migliore rispetto al precedente 15,7. La voglia di fare impresa, però, resiste. Il 61% degli imprenditori afferma che nei prossimi 12 mesi “difenderò a tutti i costi quello che ho costruito finora”, anche se il 28,7% afferma di non farcela più ed essere pronto a ritirarsi. “Segnali flebili ma comunque significativi – conclude Maddaloni – si intravedono sull’export ma anche per l’aumento di richieste di start-up, a testimonianza di un tessuto imprenditoriale ancora vitale. Questo ci stimola a svolgere ancora di più e meglio il nostro ruolo di incubatore della nuova imprenditorialità”.