Il processo di appello “Spartacus”, scaturito dalla principale inchiesta sul clan dei Casalesi, non si poteva “aggiustare” in quanto l’attenzione di magistrati e media era altissima. E’ in sintesi quanto sostiene il pentito Antonio Iovine che ha deposto oggi in videoconferenza al processo per le minacce allo scrittore Roberto Saviano e alla giornalista Rosaria Capacchione, in corso davanti alla III sezione del tribunale di Napoli presieduta da Aldo Esposito. Il pm della Dda Cesare Sirignano ha domandato al collaboratore perché mai vi fosse stato il presunto pagamento di somme di denaro per ottenere assoluzioni in appello in tre processi per omicidio (come il pentito sostiene di avere appreso dal suo ex avvocato Michele Santonastaso, da tempo detenuto) e non per “Spartacus”. “L’avvocato Santonastaso – ha detto Iovine – mi lasciò intendere che questo processo aveva un percorso del tutto normale perché Spartacus era al centro dell’attenzione della magistratura. Stavamo tutti i giorni sui giornali, cose mai successe in tutta la storia della camorra casertana”.

 

 

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