“Abbiamo trovato una situazione gravissima al reparto detentivo dell’Azienda Ospedaliera Cardarelli di Napoli. Dei 12 posti letto a disposizione solo 3 erano occupati mentre ci sono liste d’attesa lunghissime per i ricoveri” Lo ha dichiarato Nicola Caputo Consigliere regionale del Pd Presidente della Commissione Trasparenza e neoeletto al Parlamento europeo nel corso della sua visita al reparto detentivo del Cardarelli di Napoli. Si tratta dell’ultima tappa del lungo e articolato percorso di indagine sui livelli di assistenza sanitaria erogati negli istituti penitenziari della Regione Campania compiuto dalla Commissione presieduta da Caputo. “Il reparto Palermo del Cardarelli è un pezzo di carcere all’interno dell’ospedale. Sicuramente non è una struttura adeguata a svolgere appieno le funzioni per cui è preposta. Le liste d’attesa per i ricoveri sono lunghissime; 200 persone detenute e con patologie serie aspettano anche dal 2013 di essere ricoverate” “Il reparto è dotato di 5 medici, un primario ad interim, 12 unità di personale infermieristico e uno Osa. In media sono 6 gli agenti di Polizia Penitenziaria che presidiano il reparto, difficoltà permangono per i ricoveri che necessitano di particolari standard di sicurezza ma questo non può giustificare le spaventose liste d’attesa che si registrano”. “Questa è l’ultima tappa di un lungo percorso nel dramma nella sanità penitenziaria campana – spiega Caputo – abbiamo visitato moltissimi istituti e Opg per finire con il reparto detentivo del Cardarelli. Una situazione complessivamente poco soddisfacente che pubblicheremo completa di dati al più presto” Il Presidente della Commissione, Nicola Caputo dichiara che lavorerà anche dal Parlamento Europeo per migliorare le condizioni carcerarie tenendo alta l’attenzione sulla garanzia dei livelli essenziali di assistenza. “Nonostante gli sforzi compiuti dall’Italia in questi ultimi mesi, per migliorare le condizioni carcerarie, – conclude Caputo – ci sono ancora situazioni critiche. A queste si aggiungono la difficoltà di accesso ad un regime di assistenza sanitaria adeguato. Il fatto che il reparto detenuti del Cardarelli faccia registrare liste d’attesa lunghe e particolarmente penalizzante per chi è recluso. C’è ancora da lavorare, – conclude Caputo – nonostante i risultati ottenuti, tutti gli allarmi lanciati, a cominciare da quelli del capo dello Stato, rimangono drammaticamente attuali”.












