“Le condizioni di Ciro Esposito si sono ulteriormente aggravate nelle ultime 36 ore e i supporti vitali non riescono a tenere sotto controllo la funzionalità degli organi. E’ cosciente, ma sedato farmacologicamente”. E’ il professor Massimo Antonelli, direttore del Centro di Rianimazione del Policlinico Agostino Gemelli, a riferire sulle condizioni del tifoso partenopeo ferito da colpi di arma da fuoco poco prima della finale di Coppa Italia disputata allo stadio Olimpico di Roma tra Napoli e Fiorentina il 3 maggio scorso. La notizia del peggioramento di Esposito è arrivata in giornata. In un primo momento si era pensato al peggio. “Ciro è morto”, aveva battuto l’agenzia di stampa LaPresse, subito smentita dalla famiglia, indignata: “Ciro non è morto, il suo cuore batte ancora”, ha chiarito il fratello Michele. “E’ ancora vivo, anche se in coma irreversibile”, ha spiegato lo zio, Vincenzo Esposito. Già da parecchie ore, peraltro, fonti della Questura davano Esposito come “clinicamente morto” dopo che dal policlinico romano Agostino Gemelli avevano sottolineato stamani come la situazione fosse precipitata. “Non ci sono novità, Ciro resta attaccato al respiratore”, ha poi aggiunto in serata Angelo Pisani, il legale della famiglia del tifoso del Napoli.

 

 

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