La Commissione Welfare, presieduta da Vincenzo Gallotto, si è occupata questa mattina, con la partecipazione dell’assessora al Welfare Roberta Gaeta e dell’assessore al Lavoro Enrico Panini, del direttore del Wefare, Giulietta Chieffo, dell’amministratore delegato della società, Felice Marinelli, e di una folta delegazione di rappresentanti sindacali, delle problematiche e delle prospettive future di Napoli Sociale. La riunione, ha motivato in apertura il presidente Gallotto, è nata dalla necessità di dissipare i dubbi e le preoccupazioni suscitate da notizie di stampa sullo smantellamento della società e sul suo smembramento con la conseguente distribuzione del personale in altre partecipate comunali (in particolare, dei 100 autisti in Anm e degli altri 350 dipendenti nella Napoli Servizi). Proprio per segnalare l’importanza del tema e la funzione di vigilanza sull’attività amministrativa del Consiglio, il presidente Gallotto ha introdotto la riunione con un proprio documento nel quale viene espressa preoccupazione che non venga disperso, in nome dei tagli e della spending review, il patrimonio di funzioni sociali rappresentato dalla società e si auspica che questa venga salvaguardata e sviluppata per rispondere ai principi del “bene della cittadinanza disabile, salvaguardia dei lavoratori, conservazione di una partecipata che ha come suo unico indirizzo il Sociale”.
Condividendo in pieno nelle finalità e negli obiettivi la relazione introduttiva, l’assessora Gaeta ha spiegato che negli ultimi mesi, in condivisione con la società Napoli Sociale, si sta portando avanti un processo teso a consolidare le attività svolte e, attraverso un esame delle competenze esistenti in Napoli Sociale, ad individuare possibili attività verso le quali estendere la competenza della società, ad esempio il trasporto a scuola dei bambini Rom, con l’obiettivo di sottolineare l’importanza che per il Comune di Napoli riveste il Welfare che non deve essere sacrificato in epoca di crisi.
Anche l’amministratore delegato della società, Marinelli, si è detto sorpreso dalle notizie di stampa e assicurato che non c’è nessuna intenzione di smantellamento della società nell’amministrazione comunale, con la quale lavora a stretto contatto, e che ha nella vicinanza al sociale, espresso dal programma del Sindaco, un suo punto di riferimento. Il professor Marinelli ha anche comunicato che sul problema dei finanziamenti si sta svolgendo un lavoro sinergico con l’assessore al Bilancio Palma e anche con il Governo tesa a allargare l’area dei servizi considerati indispensabili e così riuscire a saldare i crediti che la società vanta verso il Comune, atteso, comunque, che, per il pagamento degli stipendi, Napoli Sociale non ha difficoltà ad attivare linee di credito con le banche.
Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri: Elena Coccia, per la quale Napoli Sociale, svolgendo la funzione indispensabile dell’assistenza ai disabili, agli anziani e ai deboli in generale, funzioni garantire dalla Costituzione, non può essere cancellata, e su questo, come nel caso dell’assunzione delle maestre, l’amministrazione fa bene a continuare sulla strada di garantire che il pubblico si curi delle funzioni indispensabili; Simona Molisso che, condividendo il sostegno al settore pubblico, che deve essere efficientato ma non cancellato, ha proposto lo sviluppo di una strategia dedicata ai minori disabili e alle loro famiglie affinché anche il pomeriggio e nei periodi estivi non vengano lasciati soli, rafforzando nel contempo l’assistenza scolastica, tuttora carente, e, in generale, ha auspicato di colmare la falla dello scarso coinvolgimento del Consiglio comunale nella definizione delle politiche sociali; Vincenzo Moretto, che ha sottolineato che l’ipotesi di riorganizzare le partecipate, e, nell’ambito della riorganizzazione, la possibilità di in parte riconvertire, e in parte riassorbire in altre partecipate, la Napoli Sociale, è uno dei cardini del Piano di Riequilibrio del Comune che entro il prossimo 9 luglio vedrà il giudizio definitivo delle sezioni riunite della Corte dei Conti.
Numerosi sono stati gli interventi dei rappresentanti sindacali sul tema delle prospettive future della società: decisivo, per Antonio Musella della UIL FP, che il Comune espliciti il proprio indirizzo politico su come gestire le attività sociali, delegandole alle imprese private (a Napoli comunque finanziate dal pubblico) o tenendole saldamente in mano pubblica (con notevole risparmio anche dei costi) e quindi valorizzando Napoli Sociale; confermato il no deciso allo spacchettamento, Anna Gentile della Uil Tucs ha sollecitato l’applicazione della legge in tema di assistenza specialistica nelle scuole ai minori disabili, sottolineando che in Napoli Sociale esistono le professionalità; per contrastare la tendenza a “mettere nell’angolo” il sociale proprio mentre le povertà avanzano, ha detto Francesco Calatè della UAP, occorre valorizzare Napoli Sociale su cui il Comune, negli anni, ha investito (a partire dalla formazione) e estendere le attività, ad esempio con l’apertura del dormitorio dei Cristallini, dove ancora non è completa la ristrutturazione, quando c’è una lunga lista di attesa di utenti non soddisfatta; occorre puntare, per Antonella Calabrese della USB, sulla forma dell’Azienda Speciale per la società che svolge un servizio pubblico e che ne ha i requisiti, come attestato tra l’altro dalla ricognizione delle professionalità che lo stesso sindacato ha elaborato; va ricordato che i lavoratori, ha detto Giuseppina Castellano della CGIL, hanno sostenuto con le loro lotte la funzione di Napoli Sociale che può vedere riconosciuta la natura di servizi indispensabili per quelli svolti nella scuola dove, peraltro, va chiarita la funzione di assistenza specialistica svolta dagli operatori, aspetto sottolineato anche da Pepe della USB.
Su questo aspetto, la dottoressa Chieffo ha chiarito che le scuole sono costantemente e ampiamente informate dal Comune sulla natura dell’assistenza fornita da Napoli Sociale che, per statuto, si occupa delle disabilità gravi.
La riunione si è conclusa con l’intervento dell’assessore Panini e dell’assessora Gaeta. L’assessore al Lavoro ha chiarito che il Comune non ha mai pensato di ridurre l’assistenza ai bambini disabili né le altre prestazioni del Welfare, che sono legate ai diritti, né ha assunto l’orientamento di aumentare il contributo delle imprese private su questi settori. Sul destino della Napoli Sociale si è svolto in Giunta un dibattito trasparente, che ha anche contemplato l’ipotesi dello spacchettamento, ma sempre per conseguire gli obiettivi della salvaguardia dei servizi e dell’occupazione. Allo stato, però, la decisione assunta è quella di mantenere Napoli Sociale così come è nel suo assetto attuale, mentre continua il lavoro per cercare soluzione al problema del divario, crescente, tra il monte salari mensilmente necessario a garantire le prestazioni e ciò che il Comune riconosce a Napoli Servizi in termini di risorse.
L’assessora al Welfare Gaeta, a sua volta, ha precisato che, prima di bandire gare per alcuni servizi da affidare ad operatori esterni, come il telesoccorso, sono state verificate le condizioni, che non esistevano, per affidare il servizio alla Napoli Sociale mentre, sul problema della definizione di attività di assistenza specialistica svolta nelle scuole dagli operatori, occorre un anno di tempo nel corso del quale il Comune specializzerà ulteriormente i propri operatori e le scuole, che dovrebbero in proprio svolgere l’assistentato generico, si attrezzeranno per farlo. Su Napoli Sociale, ha concluso, si continuerà sulla linea dell’incremento delle attività , partendo dal bisogno dei più deboli e passando per la professionalità degli operatori.