Siamo in una tempesta perfetta perché mentre la Regione ritiene di esserne uscita in termini economici i cittadini campani continuano a non avere assistenza adeguata. La Regione fa solo spot pubblicitari, ma senza contenuti, non ci sono proposte concrete”. E’ categorico Antonio Crispi segretario generale Fp Cgil Campania nel corso dell’incontro che si è tenuto presso la Casa della Cultura “Caianiello” ad Aversa sul tema: “Sanità campana nella tempesta perfetta. La Regione cosa fa per uscirne?”. Iniziativa organizzata dalla Cgil Campania e Funzione Pubblica. Scopo dell’incontro è stato quello di approfondire lo stato della Sanità nella Regione che registra un miglioramento della situazione finanziaria ma, nel contempo, risulta essere all’ultimo posto nella specifica graduatoria stilata dal Ministero della Salute misurando la qualità delle prestazioni rese. Anche il segretario generale Cgil Campania Franco Tavella parla di tempesta perfetta “perché si concentrano due elementi. Il primo è di natura nazionale con una partizione che penalizza il Mezzogiorno, ed in particolare la Campania. Il secondo, invece, riguarda la qualità della nostra sanità che a causa dei tagli e di una gestione sbagliata è al disastro. Dunque, bisogna ripartire da questo punto. Cittadini penalizzati, risorse che non ci sono, politiche da parte del governo nazionale che non aiutano la Campania e l’intero Mezzogiorno. Basta con la lottizzazione – insiste Tavella – poiché uno dei grossi problemi della sanità pubblica e, non solo in Campania, è l’incidenza e l’influenza della politica nella gestione. Forse con meno politica si riesce ad avere anche più sanità”. Tra gli interventi anche quello del segretario generale della Cgil Fp Caserta Umberto Pugliese: “Abbiamo scelto questo titolo per rappresentare fino in fondo una nostra condivisione rispetto ad una considerazione che è stata fatta dallo stesso presidente Caldoro nell’autunno scorso. La situazione è sempre più critica sia per la sanità pubblica che per quella privata nel casertano. La prima non è più in grado di garantire quei livelli essenziali di assistenza per una non corretta programmazione dei servizi. La seconda, invece, per effetto dei tagli che sono stati operati nel tempo e per effetto di un sistema non revisionato di attribuzioni dei tetti di spesa, porta la provincia di Caserta a registrare un aumento della messa in discussione dell’assistenza specialistica fornita dalla sanità privata sul territorio e di conseguenza anche dei livelli occupazionali. Ovviamente con la situazione oggi esistente della sanità nel casertano è difficile garantire assistenza, ma altrettanto complicato è dare attuazione al patto per la salute della Terra dei Fuochi. In conclusione – sottolinea Pugliese – se non arrivano risposte concrete da parte della Regione la via di uscita non può che essere si salvi chi può”. Al dibattito sono intervenuti tra gli altri, anche Giosuè Di Maro segretario regionale Fp Cgil Campania, Giannaserena Franzè segretaria generale Fp Cgil Benevento, Antonella Tropiano direttore amministrativo Aorn Ospedali dei Colli, Marco D’Acunto segretario generale Fp Cgil Avellino, Giuseppe Esposito presidente Aiop Caserta, Maria di Serio segretario Camera del Lavoro Salerno, Anna Canzanella segretario Fp Cgil Napoli, Giuseppe Nese coordinatore Bsuperamento Opg Regione Campania e Gennaro Oliviero consigliere regionale Psi per il quale “bisogna aprire una vertenza sanità della provincia di Caserta nei riguardi della Regione che con annunci vari sbandiera il riequilibrio economico che è costato alla nostra provincia tantissimo”. Quindi, Antonio D’Amore Associazione Libera Campania. Le conclusioni sono state affidate a  Cecilia Taranto segretaria nazionale Fp Cgil. “La situazione campana potrebbe essere emblematica di una idea sbagliata di affrontare la questione sanità. Va detto che negli ultimi anni diversi miliardi sono venuti meno al fondo sanitario nazionale che hanno penalizzato i servizi, i lavoratori senza contratto dal 2009 e che hanno pesato in maniera straordinaria su molti cittadini campani che hanno pagato duramente attraverso la riduzione sostanziale del loro diritto alla salute. Bisogna cambiare impostazione. Il patto per la salute che deve essere firmato a giorni deve assolutamente ripristinare il diritto costituzionale alla salute. Bisogna offrire certezze di cura, di tutela alla salute offrendo le risposte territoriali che i cittadini si aspettano. Non possiamo pensare che la risposta alla crisi economica possa essere la riduzione drastica dei diritti dei cittadini”. 

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