Piedimonte Matese- “ Ogni lunedì tornava con le mani piene di calzini e mi diceva che non sapeva dire di no ai venditori che lo rincorrevano al mercato”. Così la sorella Rossella in una lettera letta dal fratello Luigi emigrato in veneto, ha fotografato la bontà d’animo di Massimo Mattei, morto tragicamente nella collisione frontale ad Alvignano nel corso dei funerali celebrati nella chiesa di S.Lucia. La salma del ventiseienne è arrivata nella chiesa, molto affollata, attraversando il corridoio tra i banchi : la bara bianca è stata accolta dai rintocchi delle campane ed avvicinandosi all’altare dalle note struggenti di “cinema paradiso”. Il rito funebre è stata celebrato dal parroco di AgP Don Emilio Salvatore e da Don Pasquale Rubino per l’animazione liturgica. Gli spunti dell’omelia- riflessione sull’essere giovani sono partiti dalle parole delle due letture di oggi : quella del profeta Amos (“cercate il bene, rifiutate il male”) e di Matteo( 8 versetto 28-34 sulla forza liberante di Gesù a cacciare il male). “Sono due facce della vita , al confine tra bene e male “ Esiste il Bene- ha esordito Don Emilio- che il Signore ama, e che è oggi rappresentato dai familiari e dagli amici che hanno accompagnato qui Massimo che ha affrontato tanti sacrifici , tante difficoltà ed amarezze sin da piccolo, come i hanno riferito i congiunti(la morte della mamma, problemi di salute ndr) . Ma nella nostra vita vi è anche quel male che nasce dall’irrequietezza degli uomini. Non si vuole buttare la croce su nessuno sia chiaro: è giusto divertirsi ma non si può morire per l’irresponsabilità degli uomini, la giovinezza deve essere il tempo della vita e della gioia. Questa è la normalità. Non è normale, invece, saltare dal Miglio XXV in piena notte ”. Un’incalzante riflessione, indirizzata ai tanti giovani ed amici presenti, che è servita a richiamare sul significato prezioso a “conservare la giovinezza : un dono da custodire che si apprezza spesso quando si è vecchi e a viverla con gioia .Questo strappo- ha proseguito Don Emilio- alla vita di Massimo non deve essere considerata l’ultima parola, un addio , ma deve essere intesa come un arrivederci per ritrovarsi un giorno in un mondo di pace”. Infine il parroco di AGP ricordando i tanti fiori portati in chiesa ha concluso : “ come i fiori non si colgono quando sono invecchiati, ma al contrario quando sono giovani e appena sbocciati; ecco, pensiamo che il Signora abbia fatto lo stesso con il nostro amico, che l’abbia preso e trapiantato nel suo giardino. La risposta più bella alla perdita di Massimo deve essere l’amore per la vita.” Al termine della S.Messa e prima dell’estremo saluto per l’ affidamento al Signore il fratello del giovane prematuramente scomparso, Luigi ha letto una serie di messaggi della sorella Rossella(“ adesso stai con mamma dateci forza per andare avanti”), dei nipoti “Adesso sei il nostro metallaro eterno” con riferimento alla passione di Mattei per il genere metal), della nipote Fabiana e dello stesso fratello Luigi(“ insegnaci da lassù l’arte dell’umiltà di cui era testimone puro”). Tra i contributi anche quello di Giuseppe Iadonisi, compagno di scuola, di vita e di musica.
Michele Martuscelli