“Dopo aver letto queste assurde dichiarazioni credo che il sottoscritto sia uno dei pochi che realmente vogliono il bene di Eugenio Di Santo”. Usa questo paradosso il consigliere comunale Francesco Capone per commentare le ultimissime affermazioni dell’ex vicesindaco Gianluca Fioratti. “Il personaggio in questione- prosegue Capone- è politicamente uno sciacallo al quadrato. In primis perché coinvolge nelle sue scellerate scelte una ragazza inesperta e perbene  come la consigliera Immacolata Quattromani che per spirito di appartenenza si trova costretta a sottoscrivere parole degne del teatro dell’assurdo. Ma l’opera di sciacallaggio del Fioratti raggiunge vette inverosimili nei confronti di Eugenio Di Santo. Da doppiogiochista quale è, l’ex vicesindaco da un lato prende le distanze dall’amministrazione retta dal primo cittadino finito ai domiciliari, dimettendosi dalla giunta, e dall’altro conferma il suo sostegno da consigliere pronto a valutare provvedimento dopo provvedimento. Caro Di Santo ma come fai a non renderti conto che la cosa migliore è mettere una pietra sopra su questa pietosa esperienza di governo cittadino??? Lo vedi ormai sei ricattato quotidianamente da soggetti come Fioratti che per i loro più beceri interessi personalistici ti tengono come un cane alla corda. Del resto lo squallido atteggiamento politico del Fioratti è tutto fuorché che non in linea con lo stile del personaggio. L’ex vicesindaco ha dei debiti politici grandi come una casa, soprattutto con imprenditori e costruttori che hanno interessi nelle cosiddette zone C. E non a caso nel suo intervento lancia un messaggio a questi soggetti dicendo che si impegnerà per mantenere le promesse. Allo stesso modo ha l’ardire di parlare della rete fognaria, un argomento sul quale dovrebbe avere solo la decenza di tacere. In maniera nemmeno tanto criptica Fioratti vuole far sapere ai suoi amici che ce la sta mettendo tutta per mantenere gli impegni, pur sapendo bene che ormai la sua avventura, come quella dell’intera maggioranza, è agli sgoccioli. Così facendo non vuole fare altro che prendere tempo nell’attesa che la giustizia e gli organi di governo facciano il loro corso e mandino a casa Di Santo e soci. In questo modo potrà presentarsi dai suoi creditori politici e dire se non ho mantenuto quanto promesso non è stato per colpa mia ma a causa del Di Santo, e cercare di crearsi un improbabile futuro. Per questo l’unica via di uscita decorosa che ha dinanzi il sindaco condannato è quella delle dimissioni e della pietra tombale su questa consiliatura. Almeno gli sciacalli che ha intorno la finiranno di banchettare sul quel che resta del cadavere politico di Eugenio Di Santo”.

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