Il senatore Nello Formisano, in passato esponente di Idv, ricevette da Berlusconi attraverso Valter Lavitola un’offerta di denaro per passare allo schieramento di centro destra all’epoca del governo Prodi. È la rivelazione fatta oggi in aula dall’ex leader dell’Idv Antonio Di Pietro che ha deposto come teste al processo per la presunta compravendita di senatori in cui Berlusconi e Lavitola sono imputati di corruzione. Rispondendo alle domande dei pm Alessandro Milita e Henry John Woodcock, Di Pietro ha dichiarato che Formisano il 18 marzo scorso gli ha raccontato che all’epoca del governo Prodi si incontrò con Lavitola nel proprio ufficio. Il giornalista gli avrebbe chiesto di passare nelle fila del centrodestra e, in sua presenza, avrebbe chiamato la segretaria di Berlusconi, Brambilla, che avrebbe messo in contatto Lavitola con il Cavaliere. Berlusconi avrebbe detto al giornalista di portare avanti l’offerta a Formisano fino a cinque milioni di euro. Una rivelazione che potrebbe dare avvio a una nuova indagine da parte dei pm. Di Pietro, nel corso della testimonianza, si è soffermato su uno dei nodi del processo, ovvero il passaggio al centrodestra di Sergio De Gregorio che era eletto nelle liste dell’Idv. L’ex pm ha ripercorso poi le varie fasi della vicenda, partendo dalla decisione di candidare De Gregorio: ”Formisano mi prospettò l’idea della candidatura nel 2006. A suo dire era in contrasto con Forza Italia e con Berlusconi. Mi disse anche che la candidatura di De Gregorio ci poteva aiutare a far raggiungere il 5 per cento alla Camera. Grazie anche a voti suoi riuscimmo a eleggere un senatore”. ”Poi – ha affermato – mi trovai De Gregorio dalla sera alla mattina presidente della commissione. Prendemmo atto che Lidia Menapace, indicata dalla coalizione, non era stata eletta alla presidenza. Chiesi le immediate dimissioni di De Gregorio. Nacque un acceso dibattito. Parlai con il presidente del Consiglio Prodi che era preoccupato, temeva fosse l’inizio di una fuga di parlamentari verso il centrodestra”. In seguito, dopo manifestazioni di lealtà al centrosinistra, De Gregorio abbandonò gradualmente lo schieramento nel quale era stato eletto: ”Disse che non poteva rimanere in Idv perché da sempre era stato favorevole all’amnistia. Ma rimase nel gruppo misto”. Di Pietro ha poi ricordato che il senatore Giuseppe Caforio, già contattato da un esponente di FI che gli aveva proposto il passaggio nell’altro campo, lo informò di essere stato invitato da De Gregorio per un incontro: ”Caforio disse che era stato invitato ad andare da De Gregorio con urgenza. Gli dissi di andarci con un registratore addosso. Si era in vista di un voto di fiducia. Il giorno dopo andò a parlare con De Gregorio. Mi disse che De Gregorio si era fatto latore di proposta di maggioranza alternativa al centro sinistra chiamata di grandi intese facendo cadere il governo Prodi con parlamentari eletti trasversalmente nei due schieramenti. Per convincerlo a far parte di questa maggioranza, gli era stato offerto da De Gregorio per conto di Fi e di Berlusconi la possibilità di rielezione e di avere vantaggi economici che gli permettessero di fare politica anche successivamente. Caforio disse che lo stesso De Gregorio gli propose un ruolo di dirigenza in italiani nel Mondo. In cambio doveva sfiduciare il governo”. Al termine di quel colloquio Caforio consegnò la registrazione (che non si è mai trovata) a Di Pietro. Quest’ultimo, all’epoca ministro alle Infrastrutture, ha ribadito di averla consegnata senza prima averla ascoltata, al nucleo di carabinieri o a quello della Guardia di Finanza in servizio al ministero, convinto che sarebbero stati loro poi a trasmetterla all’autorità giudiziaria se fossero state ravvisate irregolarità. Di quella registrazione invece non ha saputo più nulla. Dalle dichiarazioni rese in seguito da De Gregorio ha saputo che fu trasmessa alla procura di Roma, che archiviò il caso. In apertura di udienza ha deposto come teste Italo Bocchino, ex parlamentare del centrodestra. Bocchino ha spiegato di aver conosciuto Lavitola nel 94 in ambienti politici vicini a Forza Italia. ”Nel 2009 stavamo preparando le liste per le europee. C’era un tavolo con Berlusconi, Ghedini, Gasparri e Quagliariello. Io dovevo occuparmi di ‘collezionare’ le indicazioni per la lista del Sud. Berlusconi propose di valutare la candidatura Lavitola, ma c’erano molte contrarietà, non la mia. Io ero uno dei pochi che non avevano atteggiamento negativo. Altri erano contrari, come Ghedini e Letta. Accompagnandomi in ascensore, Berlusconi mi disse: tengo molto a Lavitola perché mi ha aiutato quando abbiamo fatto l’operazione Libertà”. Bocchino ha spiegato che sull’operazione Libertà ci sono due interpretazioni: una meramente politica, ovvero far cadere il governo Prodi inteso come governo delle tasse, un’altra relativa ai metodi. Che per gli inquirenti furono corruttivi.