MARIGLIANO – “I tredici consiglieri comunali della coalizione guidata dal professor Michele Papa hanno rassegnato le dimissioni per evitare un governo di minoranza, privo di legittimazione popolare e per giunta incerto e traballante”. E’ quanto sostengono in un documento congiunto le liste della coalizione di centrodestra che hanno appoggiato Papa alle ultime elezioni comunali del 25 maggio scorso.

“Ci saremmo aspettati – scrivono Fi, Udc, Ncd, Papa sindaco e La città che vogliamo – che il sindaco di minoranza, eletto con meno voti di quanti ne aveva presi Michele Papa al primo turno, avesse, in questi lunghi 48 giorni, interpellato i partiti o le coalizioni dichiarando in premessa la sua impossibilità a governare e avesse poi concordato possibili soluzioni per giungere presto ad una nuova tornata elettorale. Nulla di tutto questo è accaduto. Muto, come nel suo stile, si è recato in queste settimane a Palazzo di Città con l’unico obiettivo di demolire con la scimitarra delle vendette le cose positive messe in campo dal commissario, a cominciare dal Comando Vigili relegato ad una sorta di giostra a sorteggio”.

“Abbiamo assistito increduli a riunioni su riunioni cui partecipavano soggetti estranei agli uffici – proseguono i partiti di centrodestra – in uno stile che lasciava poco sperare sulle prospettive di buona amministrazione. Il bene della città è vederla amministrata con piglio certo e numeri sufficienti altrimenti si tratta di un’armata brancaleone dedita più alla gestione del potere che non al servizio”.

“Ma soprattutto – continuano le liste che hanno sostenuto Papa – abbiamo assistito a maldestri tentativi di alimentare quella penosa pratica del trasformismo nella più bieca logica del sottobanco, delle promesse e delle blandizie a danno della trasparenza e dei cittadini tutti. Avrebbero potuto chiedere al naturale capo della coalizione, il professor Papa, o rivolgersi alle segreterie politiche dei partiti e di Forza Italia, dell’Udc e del Ncd in primis, ma si è preferito quel mercato cui taluni sono adusi”.

“Non hanno trovato mercanti, ma sensibilità politiche tetragone e motivate da una sola ragione: l’interesse della città. Mai avremmo collaborato in una improbabile coabitazione con chi non ha il nostro modello di buongoverno, ma avremmo ragionato su poche cose da avviare e poi elezioni quanto prima. La nuova programmazione regionale di risorse europee, le fogne a Miuli, gli impianti sportivi della 219, il corso Umberto I, il centro polifunzionale dietro la villa, l’asilo di via S.Francesco, la scuola di Miuli. Tutte opere già finanziate (dalla Regione Campania di Caldoro) o avviate dalla precedente amministrazione e che potevano essere portate a compimento”.

“Al cospetto di tanta arroganza ed insipienza – conclude la nota – crediamo che un commissario possa fare sicuramente meglio di una minoranza inquieta ed alla perenne ricerca della sua ragion d’essere”.

 

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