AVELLINO – Una nuova tecnica per la chiusura del forame ovale pervio, la patologia che di recente e’ balzata alla cronaca perche’ ha colpito il calciatore del Milan Antonio Cassano, verra’ presentata nel Congresso di interventistica periferica che si terra’ il 25 ed il 26 novembre ad Avellino organizzato dalla clinica “Montevergine”, uno dei maggiori centri in Italia come numero di chiusure del forame ovale pervio per anno.
La chiusura non chirurgica dei PFO e’ diventata possibile con il ricorso ai sistemi di chiusura transcatetere, inizialmente sviluppati per la chiusura percutanea dei difetti interatriali (DIA). Durante il corso, giunto al nono appuntamento e che ospitera’ i piu’ noti esperti nazionali e internazionali del campo della cardiologia interventistica e della chirurgia cardiovascolare, gli operatori della clinica Montevergine eseguiranno un caso dal vivo di chiusura del forame ovale: un’anomalia cardiaca in cui l’atrio destro comunica con il sinistro a livello della fossa ovale, presente nel 25-30% della popolazione adulta, ma anche nei bambini, e causa possibile di ischemia cerebrale. Inoltre, verra’ dimostrato come la procedura di impianto possa essere effettuata a paziente sveglio in assenza di anestesia generale. Oltre ad una particolare attenzione al miglioramento della procedura, sia in termini di risultati immediati ed a distanza che di confort del paziente, il gruppo di cardiologi interventisti della clinica, guidato dal professore Paolo Rubino, e’ soprattutto attento alla ricerca clinica in questo campo. “Per la prima volta nel nostro Paese, durante il corso – spiega Rubino – verra’ impiantato un sistema innovativo, caratterizzato da una riduzione delle quantita’ di metallo, al minimo necessario, e da una maggiore accuratezza di impianto. Questo consente di ridurre la probabilita’ di possibili complicanze a lungo termine e di migliorare, se possibile, i gia’ ottimi risultati attuali”.