AVELLINO – Continua il braccio di ferro tra il gruppo Fiat e gli operai Irisbus della Valle Ufita da mesi in lotta per difendere il proprio posto di lavoro. Domani mattina ci saranno le controdeduzioni orali sulle lettere di contestazione che la Fiat ha inviato a dieci operai, accusati di vari capi di imputazione per comportamenti anti-aziendali. Fatti che tra l’altro potrebbero esser oggetto anche di denuncia penale.

Tra questi la contestazione di non aver fatto uscire delle commesse dallo stabilimento. Un’accusa respinta dagli operai che quella mattina non hanno ricevuto alcun invito da parte delle forze dell’ordine per smobilitare il presidio allestito di fronte all’ingresso principale della fabbrica. Domani mattina saranno ascoltati in sei perché quattro, rappresentati dal sindacato, già sono stati sentiti nei giorni scorsi. Un folto gruppo di operai, in questi giorni, si sta affidando agli avvocati Carmine Malinconico e Paolino Fusco del Foro di Nola che li rappresenteranno in eventuali procedimenti a loro carico  (sia civili che penali ndr ). “L’auspicio dei lavoratori – dichiara l’avvocato Carmine Malinconico- è che alle lettere di contestazione non si accompagnino denunce penali o provvedimenti di licenziamento che aggraverebbero una situazione già tesa e critica. Tuttavia questo timore c’è”. Un timore che nasce dal fatto che l’azienda potrebbe avvalersi del licenziamento per giusta causa in caso di una condanna penale, eludendo così la vera questione che è tutta politica. Quasi un atto di ritorsione contro operai che da mesi cercano soltanto di difendere il proprio stabilimento e quindi il proprio posto di lavoro.

Angelo Golia

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