Da domani quattro regioni passano in zona gialla: sono Lombardia, Piemonte, Lazio e Sicilia che si aggiungono a Liguria, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento e Bolzano e Calabria che lo sono già da due settimane. Salgono così a 11 i territori in cui scatta una stretta che si traduce nell’obbligo dell’uso delle mascherine all’aperto (misura che fino al 6 gennaio è già in vigore in tutta Italia per decisione del governo assunta prima delle festività natalizie) e in una teorica più rigorosa applicazione delle norme sul Green Pass. Intanto sono 141.262 i nuovi casi registrati ieri in Italia contro i 144.243 dell’ultimo giorno del 2021 che segnano il 13% di positivi al tampone contro l’11,8% del giorno precedente. Quella di ieri è stata la più alta percentuale di positivi mai registrata, con 111 morti e oltre 120.000 attualmente positivi. Al momento ci sono oltre 1.020.000 persone, un italiano ogni 59, malate di Covid a cui conseguono 37 nuovi ingressi di pazienti in rianimazione mentre i parametri di ospedalizzazione sono in peggioramento in Calabria, nella provincia autonoma di Trento, nelle Marche e in Liguria che hanno imboccato la strada che porta in zona arancione. Anche in Campania sta peggiorando di giorno in giorno la situazione delle ospedalizzazioni Covid, ultimo baluardo prima della capitolazione verso le restrizioni che andrebbero in vigore con il cambio di colore dall’attuale bianco al giallo. In compenso i parametri da zona arancione (senza Super Green pass non si potrebbe più uscire dal Comune di residenza se non per motivi di lavoro, necessità o urgenza), restano per ora a distanza di sicurezza. Veniamo ai dati epidemiologici: ieri in Campania sono stati registrati altri 13.888 casi contro i 14.587 del 31 dicembre, equivalenti al 10,5% di positivi al tampone (contro il 9,93% del giorno prima), con 7 decessi e un nuovo record di attualmente positivi in un giorno, +12.860. Al momento i malati di Covid della regione sono dunque in totale 90.386: un dato inequivocabile della ormai massiccia presenza del Coronavirus. Non a caso l’indice di diffusione del microbo (Rt) segna un nuovo massimo mai toccato prima a quota 2,52. In questo scenario il vantaggio della più tenue malattia provocata dalla versione Omicron di Sars-Cov-2 è assorbito dall’altissima contagiosità e le pur basse percentuali di malattia severa si traducono fatalmente in un crescente progressivo impegno sanitario. Ieri sono stati infatti sette i nuovi ingressi in terapie intensiva e 11 i nuovi malati ricoverati negli altri reparti. Le 55 terapie intensive di ieri sono il valore più alto segnato dal 2 giugno scorso, una curva che oggi tende a crescere mentre allora era in calo.
Per restare in zona bianca il tasso soglia di occupazione dei posti letto Covid disponibili è come è noto fissato al 10 per cento per le aree critiche (di rianimazione) e al 15 per cento per quelle di degenza ordinaria. Sul primo fronte la Campania è oggi ancora nei limiti: in terapia intensiva sono ricoverati 55 pazienti su 656 posti di attivi (ossia l’8,4% del totale). La soglia massima sarebbe varcata a quota 66, un traguardo negativo a cui mancano solo una manciata di pazienti, 11 per la precisione. Tra l’altro il turn-over in queste aree è attualmente generato in gran parte dai decessi con alte percentuali di mortalità registrate nei non vaccinati. Questi sono colpiti duramente sia dalla variante Delta che dalla Omicron. Quanto ai tassi di occupazione delle aree di degenza siamo già ampiamente in zona gialla: su 3.160 posti letto totali disponibili il limite del 15%, corrispondete a 474 posti occupati, è stato superato da tempo. Siamo infatti a 686 posti occupati, ben 212 oltre la soglia massima fissata, equivalenti al 21,7%. Se ci spingiamo invece ad esplorare l’orizzonte della zona arancione scopriamo di essere ancora abbastanza lontani ma considerando la contagiosità di Omicron bisogna tenere alta la guardia. Questa scatterebbe con un tasso di occupazione dal 20% in su delle rianimazioni e del 30 per cento a crescere delle altre aree di degenza. Ciò si materializzerebbe con 131 malati ospitati nelle aree critiche (76 in più di quelli di oggi) e in 948 pazienti nei posti letto ordinari (+ 262 rispetto ad oggi). Al ritmo attuale un orizzonte distante e ancora di più lo sono i limiti della zona rossa che presuppongono percentuali di ospedalizzazione del 30 e del 40 per cento per aree critiche e degenze mediche.