CASAPESENNA – Archiviata la trasferta avellinese nel comune di Quindici con la presentazione del libro “La Faida” di Giovanni Sperandeo, il festival dell’impegno civile torna in territorio casertano per la sua seconda tappa nel comune di Casapesenna. Dopo la presentazione del libro di Gianni Solino “La Buona Terra”, dello scorso16 giugno presso il centro di lettura che ha sede al primo piano dello stabile di Viale Europa è stato il turno, sabato 23, del romanzo di Pino Imperatore, “Benvenuti in casa Esposito. Le avventure tragicomiche di una famiglia camorrista”.

Apertura dei lavori affidata a Pasquale Cirillo, responsabile del circolo Legambiente Casapesenna che gestisce il centro di lettura, che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza del recupero dei beni confiscati come quello che ospita il centro di lettura, una volta residenza della famiglia Zagaria, e che oggi offre un segnale forte di cambiamento per una realtà tragicamente nota per vicende di camorra.

Tema, quella del recupero dei beni confiscati, chiamato in causa anche da Salvatore Cuoci, del comitato don Peppe Diana che contro le recenti dichiarazioni circa la possibilità di metterli in vendita, ha ribadito la necessità di destinare tali beni alla costruzione di percorsi di economia alternativa capace di offrire reali possibilità di lavoro a tutti quei giovani altrimenti costretti a lasciare questo territorio o di andare nel peggiore dei casi ad accrescere la manovalanza camorristica.

Dopo le testimonianze di Cirillo e Cuoci, è stata la volta di Anna Copertino, caporedattrice di road tv, che chiamata a moderare i lavori ha sottolineato l’enorme potenzialità del centro di lettura nell’ambito della costruzione di percorsi non solo culturali, ma di vera e propria educazione alla denuncia quali armi fondamentali di contrasto al fenomeno camorristico.

Un fattore, quello educativo che come testimoniato da Paola Cipolletta dell’associazione Jerry Masslo, è ampiamente riscontrabile nella chiave tragicomica che Pino Imperatore ha voluto usare per il suo romanzo poiché in questo modo l’autore è riuscito ad alleggerire temi di fronte ai quali soprattutto i più giovani sono portati a sentirsi talmente piccoli da rassegnarsi alla consapevolezza di dover obbedire alla logica camorristica invece che combatterla.

Impressione confermata dall’autore che nel raccontare dell’enorme successo avuto soprattutto nelle varie scuole d’Italia in cui il libro è stato presentato, ha ribadito una volta in più la necessità di ovviare al danno prodotto da una cattiva informazione che ha diffuso anche nei settori culturali medio-alti del Paese un’immagine altamente distorta dei cittadini napoletani e casertani che nonostante il grande patrimonio ambientale e umano, sono costretti a fare i conti con la scomoda etichetta di camorristi che li pone in condizioni di forte discriminazione socio-economica.

Da questo punto di vista, l’autore ha invitato a riflettere attentamente sul personaggio che secondo lui rappresenta un po’ il grillo parlante del romanzo che è il personaggio di Tina, la figlia quattordicenne del camorrista Tonino Esposito, al quale si ribella scegliendo la cultura della legalità. Una legalità che trasuda dal poster di Giancarlo Siani che la ragazzina ha in camera e dalla lettura estiva che non cade sui soliti mattoni da spiaggia ma su Gomorra di Roberto Saviano.

Scelte, quelle di Tina, che la rendono l’eroina del romanzo perché attraverso il coraggio di disattendere la logica camorristica della propria famiglia richiama inevitabilmente alla mente la figura di Peppino Impastato, offrendo in questo modo un validissimo spunto di riflessione per il giovane che si appresta a leggere il libro.

La giornata si è conclusa con la lettura da parte di Anna Copertino del messaggio inviato da Francesco Clemente, figlio di Silvia Ruotolo, la giovane mamma uccisa dai proiettili della camorra mentre tonava a casa in compagnia del piccolo Francesco l’11 giugno del 1997, e con il ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie.

 

Vincenzo Viglione

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