«Quando ho avuto la certezza che stesse lì sotto, mi sono affacciato sulla fessura che dava sul suo bunker e gli ho gridato “Michele Zagaria, sono il Procuratorie Federico Cafiero De Raho, oggi lo Stato ha vinto! E’ stato un grido di gioia, ho provato un entusiasmo che è difficile raccontare». Si leggeva ancora l’emozione negli occhi del Procuratore Capo di Reggio Calabria che ieri nel corso della tappa del Festival dell’Impegno Civile nella sede dell’Associazione Antiracket di Castel Volturno, ha raccontato i suoi anni  in prima linea nel contrasto al clan dei casalesi «Sono stati anni difficili, tra i più bui del nostro Paese» ha detto De Raho ai tantissimi ragazzi che hanno riempito gli spazi della villa confiscata a un narcotrafficante ed oggi intitolata a “Domenico Noviello” «La collusione aveva coinvolto anche le forze dell’ordine, ci sono stati tanti arresti anche tra polizia e carabinieri. Pure i preti, anche dopo l’omicidio di Don Peppe Diana, non parlavano, erano omertosi. Il clan dei casalesi si era infiltrato ovunque, innanzitutto nella politica, e suoi esponenti guidavano anche direttamente le amministrazioni delle città, come ancora sta emergendo in questi mesi. Sono pienamente d’accordo con quanto espresso nell’ultima requisitoria da Antonello Ardituro. Però penso pure che qui oggi la gente sia stanca, che finalmente non sia disposta più a dare il suo voto a chi è colluso. Oggi» ha concluso il Procuratore capo di Reggio che è membro del comitato scientifico del Festival «tornando qui, dove mi sento a casa, trovo finalmente volti sorridenti, uomini, donne, ragazzi che vogliono raccontare, che vincono paure e silenzi. Si è lavorato molto bene sul fronte culturale e dell’educazione. E’ questa la chiave fondamentale, l’educazione è l’arma più potente contro le mafie. A Reggio è un percorso ancora tutto da compiere».

E proprio sul fronte culturale il Festival dell’Impegno Civile, prima rassegna in Italia interamente realizzata sui beni sottratti alle mafie, promossa dal comitato Don Peppe Diana e da Libera Coordinamento provinciale di Caserta, prosegue il suo viaggio. Se la tappa di questo pomeriggio a via Ruffini con la proiezione di “Ogni singolo giorno” di Turolo ed Esposito e il dibattito sulla Terra dei fuochi è stata rinviata alla prossima settimana a causa delle avverse condizioni metereologiche, riprende domani il “giro del bene” del Festival facendo tappa a Teano. Sul campetto sportivo in località Pugliano, in collaborazione con il “Comitato Mille Scopi+1” l’incontro “Il sud come storia #perbene”.  Diverse le testimonianze che si alterneranno dalle 18,00, a partire da quella di Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo, i giovanissimi editori della Marotta e Cafiero che, da Scampia, con la loro casa editrice e l’associazione Vo.Di.Sca, portano avanti una straordinaria esperienza di innovazione culturale e sociale. Con loro il giornalista Angelo Mastrandea e il sindacalista della Flai-CGIL Roberto Iovino.

E chiusa questa settimana lunedì il Festival continua il suo viaggio iniziato l’undici giugno. A Gricignano d’Aversa la trentatreesima tappa nel bene confiscato di via Marconi, per troppo tempo rimasto chiuso e riaperto quest’anno grazie al protagonismo di cittadini che si sono formati proprio sul tema del riutilizzo dei beni sottratti alle mafie. Dalle 18,00 la visita al bene liberato con il sindaco di Gricignano Andrea Moretti, e poi l’incontro, moderato dal giornalista Vincenzo Viglione, “Idee e progetti per un bene comune” con le associazioni del territorio e gli interventi di Giuliano Ciano della fattoria sociale Fuori di Zucca, Valerio Taglione coordinatore del Comitato Don Peppe Diana, Michele Docimo referente del presidio di Libera di Aversa. A concludere la serata l’aperitivo con i dolci delle mamme del “comitato donne” e la proiezione del film “La mafia uccide solo d’estate”.

 

 

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