“Se l’obiettivo era quello di spaventarci, hanno fallito, ma soprattutto hanno fallito nell’ obiettivo di tenere lontana l’attenzione da Carditello, perché se prima eravamo in mille adesso siamo in un milione; dopo che la notizia ha fatto il giro d’Italia l’attenzione su questa vicenda si è moltiplicata in maniera esponenziale. Ed è quello che serve perché su questa storia non possiamo abbassare la guardia: quella Reggia è il simbolo del riscatto di una intera terra”. La giornalista molisana Nadia Verdile, minacciata di morte insieme all’ex ministro Massimo Bray per essersi occupata, con articoli e con un libro, dell’edificio storico della Campania, parla così, a poche ore dalla manifestazione organizzata per domenica prossima in piazza a Caserta, di quanto accaduto in merito a lettere arrivate nella scorsa metà di febbraio. “Dico che la Reggia – prosegue la cronista de ‘Il Mattino’ – è il simbolo di tutti perché a lungo tante associazioni di volontariato hanno lottato per difendere Carditello; c’è stato anche chi l’ha ripulita dai rifiuti, dalle erbacce, dall’ abbandono. Queste persone ora sono state tutte minacciate insieme a me. Perché la minaccia è arrivata a me, che sono quella che racconta, ma le grandi battaglie le hanno fatte queste donne e questi uomini delle associazioni. Minacciare un intero territorio è una battaglia persa”. Secondo la giornalista “bisogna fare la Fondazione di gestione. Fu questa la prima cosa messa in cantiere quando la Reggia, all’inizio del 2014, con Bray ministro, fu acquisita a patrimonio dello Stato. Si fecero tante riunioni a Roma, ma negli ultimi mesi tutto si è fermato. Non è possibile arenare questo percorso. Chi ha interesse che la Reggia resti chiusa avrà raggiunto il suo scopo”. Dal Molise, la sua regione, Nadia Verdile, sta ricevendo in queste ore tanti attestati di vicinanza: “Mi è arrivato un telegramma di solidarietà dalla Regione – dice – e il consiglio comunale del mio paese, Macchiagodena, sarà tutto presente alla manifestazione di domenica a Caserta”.