Doveva essere un convegno su ‘Le mancate bonifiche nella Terra di Gomorra’, ma si è tramutato in un vivace dibattito sul risanamento dell’ex cava di Sant’Angelo in Formis, l’iniziativa organizzata dall’associazione ‘AttivaMente’ tenutasi nella splendida cornice del Palazzo Lanza a Capua.
Moderati dal giornalista Salvatore Minieri e con l’introduzione di Loredana Affinito, presidente di AttivaMente, l’aspro scontro verbale ha visto protagonisti il sindaco di Capua Carmine Antropoli, Alessandro Gatto, presidente regionale del Wwf, Vincenzo Pepe, presidente nazionale di Fare Ambiente ed Eduardo Giordano, capogruppo dell’Idv nel Consiglio Regionale della Campania. Nicola Scalera, coordinatore capuano dell’Idv, blogger e socio dell’associazione di Capuattiva, ha dato il via alle polemiche sulla mancata bonifica della ex cava posto in località Purgatorio, cava che nel corso degli anni si è trasformata in un laghetto in cui, secondo lo stesso Scalera, sono stati versati rifiuti pericolosi. Accusa respinta dal primo cittadino capuano, il quale ha comunque ammesso che nel laghetto sono stati versati circa 10.000 metri cubi di rifiuti solidi urbani, “non certo sostanze tossico-nocive”, ha concluso Antropoli. Lo stesso sindaco è stato messo sotto accusa per non aver minimente informato i cittadini del pericolo incombente nella zona, lasciata in balia di chiunque (ancora oggi c’è chi va a pescare nel laghetto), nonostante è posta sotto sequestro dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Dulcis in fundo, gli 800.000 euro spesi dal Commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania per una relazione sullo ‘stato di salute’ dell’ex cava e lo studio sulla bonifica del territorio circostante. Relazione che, sempre secondo Scalera, non è servita a nulla e che fu affidata alla società Sogin, la stessa, per intenderci, che ha in gestione la centrale nucleare del Garigliano. Insomma, un quadro non certo tranquillo in un territorio già gravemente colpito da una quantità infinità di discariche abusive in cui è stato versato di tutto.