PIEDIMONTE MATESE – La prima sistematica raccolta di edicole votive riunite ed illustrate in un’agile e suggestive volume curata da Geppino Buonomo e presentato nella sala multimediale del seminario. Un patrimonio di arte e fede(da conservare e tutelare),come è stato sottolineato dallo studioso matesino che molto spesso focalizza l’attenzione su aspetti trascurati o inconsueti della produzione artistica come in questo caso.
“Spazi-finestre” in cui si proietta il sentire religioso come ha spiegato Don Emilio, parroco di AGP e teologo che ha scritto una bella e densa introduzione al volume. L’incontro, coordinato da Michele Petrucci, è stato aperto dall’intervento di Luigi Di Cosmo, studioso di maioliche che ha ripercorso la nascita di queste forma d’arte sul piano storico( utile per capire come dalla produzione di pavimenti maiolicati gli artigiani hanno convertito la loro arte anche nella realizzazione di edicole votive) con una serie di richiami alla presenza di manufatti nell’area matesina, specie con riferimento all’area del santuario francescano di S.Maria Maggiore. Nel volume infatti è contenuta un’appendice: dagli impiantiti maiolicati alle edicole votive.nota su alcune riggiole di Piedimonte Matese. Lo sviluppo delle edicole e delle sue trasformazioni (dal greco aedes-tempio) è stato scandito da Don Emilio e di cui ha messo in rilievo l’aspetto rappresentativo e documentale della religiosità popolare:”sono finestre aperte alla trascendenza” ha rimarcato con accenni alle vari tipologie rappresentative presenti nel territorio comunale che ne fanno un vero museo di spiritualità itinerante. L’originalità del tema di ricerca è stato sottolineato dal senatore Carlo Sarro:” è ancora la prova dell’amore che Buonomo ha verso la sua terra” ha detto nell’intervento l’ex sindaco colpito dalla “tenerezza e fede semplice di questa testimonianze”. Buonomo nell’intervento finale ha ricordato una serie di episodi particolarmente significativi che si sono posti nella preparazione del volume come la scoperta di Francesco d’Ambrosa o l’edicola ex voto della Madonna del Rosario fatta realizzare dalla famiglia Amodio in via Costantini per la profonda devozione del capostipite, Ugo(una vita impegnato in Africa come militare) o la storia dell’edicola in via Cupa del Carmine edificata dai genitori di Vincenza Fontanella, sopravvissuto all’eccidio di Cefalonia. Il libro si muove lungo la direttrice di questo vissuto familiare e comunitario con il recupero di questa forma di memoria sociale.
Michele Martuscelli