Michele Martuscelli
MATESE – Presso i terreni dell’agrario “Coppola” sarà realizzato un germoplasma( la risorsa genetica che consente la trasmissione delle specie vegetali ndr) di piante frutticole recuperate e messe in moltiplicazione. Questo uno degli esiti operativi annunciati nella tavola rotonda tenutasi lunedì scorso e conclusa dall’ex sindaco e senatore Pdl Carlo Sarro. “Va bene conoscere, ma occorre valorizzare in termini attrattivi le nostre risorse e soprattutto dare continuità di azione alle iniziative avviate per soddisfare quel rivendicazione di orgogliosa appartenenza fatta dal presidente Falco”. Durante l’incontro informativo del progetto “Frutta antica del Matese ad evidenziare la necessità di percorsi di concretezza è stato il senatore Sarro dopo una serie di interventi tecnici che hanno illustrato i passi in avanti compiuti dall’iniziativa coordinata dal CRA e gli sbocchi operativi aperti per il tessuto socio economico dell’area matesina con particolare riferimento alle prospettive dei giovani, elemento più volte sottolineato nel corso del convegno organizzato presso il convitto dell’istituto agrario di Piedimonte Matese. Dopo il saluto del dirigente scolastico Vincenzo Di Franco è stato il dirigente regionale(Sesirca) del coordinamento di marketing territoriale e di promozione dei prodotti tipici,Italo Santangelo ad introdurre la tematica progettuale che fa parte di un programma più vasto( un’esperienza simile ma partita prima è in corso anche in Irpinia) . L’intero ciclo, dalla fase iniziale di ideazione ai risultati ottenuti ed agli ulteriori obiettivi che vanno al di là dell’aspetto tecnico scientifico, sono stati spiegati con dovizia di particolari da Pietro Fusani(unità di ricerca frutticoltura di Caserta mentre l’esperienza irpina da Pasquale Rega).Otto i comuni ( del Matese Casertano e sannita con Cusano Mutri) con l’individuazione, il censimento di vari ecotipi frutticoli alcuni dei quali sono stati ripiantati, a carattere sperimentale, e in corso di moltiplicazione in alcuni terreni di San Potito Sannitico. Tra le finalità infatti , quella di dotare di un’offerta commerciale le strutture ricettive o altre modalità di commercializzazione di questi frutti”vintage”. Una chiave lettura di sociologia rurale , sulla base dei dati di presenza delle imprese effettivamente agriicole, è stata data dall’ex sindaco Angelo Conte, agronomo nel centro di Vairano, che è stato tra i primi a promuovere e sviluppare il progetto di recupero” e rinascita produttiva di queste varietà diffuse nel territorio montano: 86 le piante a fronte di 26 varietà locali nel 2010 mentre nel 2011 sono state localizzate 52 varietà pari a 256 piante. Molto incoraggianti le prospettive per dare seguito a questo progetto finanziato dalla regione ed appoggiato dall’ente parco che ha anche stipulato un protocollo d’intesa con l’istituto agrario “Coppola”: un ricco germoplasma, interessanti caratteristiche qualitative dei frutti di alcune varietà. Per alcune varietà invernali la conservazione non necessità di condizionamento, le piante individuate hanno una buona resistenza alle principali avversità senza adozione di particolari cure colturali ed infine quella di propagare(moltiplicare) le piante localizzate, essendo in molti casi singole ed antiche. Sono intervenuti anche l’assessore provinciale all’agricoltura Ettore Corvino ed il rappresentante-coordinatore del consorzio Gal Alto Casertano e presidente del consorzio di bonifica Sannio-Alifano, Pietro Cappella che ha accennato alle misure previste in tema di bio-diversità inserite del programma di azione locale allestito e presentato a giugno scorso oltre al presidente della comunità montana Fabrizio Pepe sulla salvaguardia delle zone montane. Un pubblico ringraziamento all’ex sindaco di San Potito è venuto dal presidente del parco Giuseppe Falco che ha coinvolto, in questo percorso, l’istituto agrario matesino(tra i più antichi in ambito nazionale , come ha rilevato Sarro) e ha sottolineato il clima di feconda attenzione intorno all’ente sovracomunale che si è creato in questi mesi. Tra gli interventi anche quelli di un operatore locale e di un giovane componente di una cooperativa operante,Sergio Trematerra, nel campo anche delle piante officinali che ha sollecitato una serie di misure ancora più agevolative per l’inserimento nel mondo del lavoro e nella dotazione di attrezzature, facendo l’esperienza di altre regioni. Insomma buone ragioni per ricollegare i giovani alla terra con i frutti di questa iniziativa.