CASERTA – Non sappiamo se sia stata la prima volta di un vescovo in discoteca. Sicuramente coraggiosa e, come tale, degna di rispetto e ammirazione, l’iniziativa del vescovo di Caserta, monsignor Pietro Farina, il quale ha incontrato, giovedì sera, i giovani casertani nei locali de “La storia” di S. Leucio, nell’ambito della seconda edizione del Festival della Vita Si temeva un’accoglienza tiepida nei confronti dei massimo rappresentante della Diocesi di Terra di Lavoro, per questo evento sicuramente inconsueto, non solo per la città di Caserta.
Nulla di tutto ciò. Accompagnato dall’organizzatore del festival dott. Raffaele Mazzarella, al suo arrivo, intorno alle 22.30, c’erano ad attenderlo Don Ampelio Crema, presidente nazionale del CCP San Paolo onlus e il direttore artistico M° Gaetano Maschio, ma c’erano soprattutto tantissimi giovani, provenienti da differenti realtà religiose e non, i quali, sulle note di “La vita è bella” di Nicola Piovani, lo hanno accolto con un lunghissimo applauso. Ai giovani, il vescovo si è rivolto con poche e semplici parole, incentrate su pochi, ma chiari concetti. “Se sono qui stasera” – ha detto Farina – “è solo per dimostrarvi che la Chiesa vi vuole bene”. Per parlare dell’unità della famiglia, il presule ha poi utilizzato la metafora del carro in difficoltà, che a qualcuno avrà forse ricordato le carovane del Far West. “Quando il carro, trainato dai cavalli, non riesce ad andare avanti per il peso del carico o la strada sconnessa, i passeggeri scendono a spingere, mentre il cocchiere tira i cavalli per le briglie. Così dobbiamo fare noi. Scendere dal carro e tutti insieme spingere in un’unica direzione. E’ questo il segreto dell’unità, di cui la famiglia è il massimo esempio”. Il vescovo si è poi intrattenuto brevemente sul significato della Quaresima, che non deve essere vista come un tempo di tristezza e privazioni, ma come sinonimo di speranza e di rinascita. Al termine del suo applauditissimo intervento, Farina si è intrattenuto a lungo con i giovani, i quali hanno fatto a gara per una foto ricordo. In conclusione, una serata all’insegna della semplicità e della gioia che, unendo anche sulla pista da ballo giovani e meno giovani, laici e sacerdoti, ha riconciliato con la vita, che poi è il principale messaggio di questo festival.