CAPODRISE – «Abitare i bisogni dell’altro». Da qualche giorno, è attivo, a Capodrise, il primo Centro di ascolto Caritas della città, luogo privilegiato in cui la Chiesa intesse relazioni con il disagio. Il servizio è offerto dalla parrocchia dell’Immacolata concezione, retta da don Antonio Piccirillo, ed è coordinato da Maria Merola, «donna che – assicura don Antonio -, sia nella vita che nella professione, ha maturato grande esperienza nell’ascoltare gli altri».
Il centro è aperto, in via sperimentale, il mercoledì pomeriggio, dalle 16.30 alle 18.30, nei locali della chiesa di Sant’Antonio Abate, in piazza Sant’Antonio, all’angolo tra via Jenco e via Giannini. «Saremo un osservatorio del disagio – afferma Merola -, pronto ad ascoltare chiunque ne abbia bisogno. Ma contiamo di diventare, grazie all’aiuto di don Antonio e in sintonia con la Caritas diocesana di don Antonello Giannotti, un laboratorio che sappia servire e animare la comunità in cui viviamo». «Seguendo l’esempio del nostro vescovo, Pietro Farina – rivela don Antonio -, precursore del “fare chiesa” fuori le mura, abbiamo pensato di attivare un centro di ascolto che sia, innanzitutto, uno strumento pastorale che amplifichi il messaggio di Cristo». Il presidio della Caritas di Capodrise è aperto alle donne e agli uomini di buona volontà che vogliano donare il loro tempo agli altri. «Formulo un appello – aggiunge don Antonio – a tutti i professionisti di questa città, dai medici agli psicologi, dai sociologi agli insegnanti: c’è tanto lavoro da fare. Spesso, la dignità e il pudore dei bisognosi ci impediscono di percepire l’esatta dimensione della povertà e del disagio sociale». Il compito principale del centro è l’ascolto, cuore della relazione di aiuto, dove chi ascolta e chi è ascoltato vengono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno. «Ci faremo carico delle storie di sofferenza di tutti – conclude Merola – e cercheremo di infondere la speranza».