TRENTOLA DUCENTA – Sentita e partecipata la cerimonia di benedizione del busto bronzeo del Beato Paolo Manna che l’Amministrazione comunale ed il PIME, con la collaborazione della rinomata Pontificia fonderia Marinelli e dell’omonimo artista, hanno voluto far ergere nella piazza già intitolata al fondatore dell’Istituto per le Missioni Estere.
Il telo che ricopriva il busto del Beato è stato scoperto al termine della celebrazione della Messa, sollevato contemporaneamente dal Sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, e da quello di Aversa, Giuseppe Sagliocco, originario proprio Ducenta, entrambi frequentatori, fin da piccoli, dell’Istituto che, come ha sottolineato Griffo “è sempre stato aperto alla cittadinanza risultando un punto di riferimento, insieme all’altro Istituto presente sul territorio comunale, il Cottolengo, per quanti si trovassero in condizione di bisogno oltre che luogo di aggregazione e di socializzazione”. Griffo ha precisato che la sua iniziativa è stata condivisa e sostenuta da tutta l’Amministrazione comunale, da tutto il consiglio comunale che si è impegnato perché l’opera fosse realizzata. “Con la realizzazione del busto bronzeo e con la cerimonia di inaugurazione – ha dichiarato Griffo – abbiamo voluto tributare un piccolo, in confronto ala grande opera svolta dal Beato padre Manna, riconoscimento ad un grande uomo che può essere il simbolo del riscatto del nostro territorio che troppo spesso viene ricordato per eventi o ragioni poco onorevoli. Padre Manna è la dimostrazione che Trentola Ducenta può essere ricordata anche per fatti meritori ed encomiabili”. Il Sindaco, infine, ha spiegato la scelta della disposizione del busto, rivolto verso la piazza e non verso il Pime, una scelta non da tutti compresa ed approvata. “La scelta è stata dettata da due ordini di motivi – ha spiegato Griffo – il primo di ordine religioso e simbolico: infatti, tale disposizione sta a significare che il Beato Manna esce dal Pime e si rivolge verso il mondo; il secondo invece è un motivo di ordine pratico: per agevolare coloro che volessero raccogliersi in preghiera consentendo loro di occupare uno spazio sicuro, quello della piazza appunto, ed evitando di farli sostare ai margini del marciapiede se non addirittura in strada, posizione che avrebbe potuto distoglierli dalla preghiera per fare attenzione al transito delle autovetture”.