PIEDIMONTE MATESE – Il “pacco” bisogna farlo alla camorra ma anche ai tanti, resistenti fattori di discriminazione ed esclusione che gravano sulla società. Di “inclusione e sviluppo” si è discusso nei giorni scorsi a Piedimonte Matese, nella biblioteca comunale, su impulso dell’associazione “Umanità Nuova” e con la collaborazione del periodico della diocesi di Alife- Caiazzo, Clarus , e del comune-capofila dell’ambito C6, in corso di unificazione con il 10 di Pietramelara, per una riflessione sulle problematiche delladisabilità in occasione della giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità.
Nel corso della partecipata tavola rotonda è stata,infatti, anche illustrata l’iniziativa “Facciamo un pacco alla camorra”, risultato di un progetto di rete che vede coinvolte 16 imprese tra cui cooperative sociali, imprese che hanno denunciato il racket, ed iniziativa che favorisce tra l’altro l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Presente Renato Natale per l’associazione “Jerry Masslo”. Ad aprire i lavori il giovane Daniele Romano , neo responsabile di UN e Grazia Blasi di Clarus. L’assessore comunale alla cultura ed alla pubblica istruzione Costantino Leuci si è complimentato dell’iniziativa e ha ricordato la scelta della giunta di destinare 10.000 euro per le esigenze sociali piuttosto che per gli addobbi e le luminarie natalizie. Un cammino ancora molto lungo quello dell’inclusione delle persone disabili nei vari settori della vita sociale come ha spiegato Giampiero Griffo in rappresentanza della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) che ha tracciato una sintesi della problematica focalizzando l’attenzione sulla convenzione ONU(l’organizzazione internazionale ha approntato un piano d’azione) per i diritti delle persone con disabilità (“ è questo un concetto in evoluzione”) ratificata dal parlamento italiano e dall’Unione Europea e quindi in vigore a tutti gli effetti nell’ordinamento giuridico italiano e quindi attivabile anche gli strumenti di carattere giudiziario per “promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tuttii diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità”. Passi in avanti ci sono stati : “si è passati da una concezione medica delle persone con disabilità ad una basata sul concetto di cittadinanza. Adesso è un problema culturale e politico ” ha detto Griffo che ha evidenziato una sorta di vangelo rovesciato: in tempi di vacche grosse i disabili sono gli ultimi ad essere beneficiari mentre in tempi di crisi e vacche magre sono gli ultimi ad accedere alle risorse” facendo richiamo ale tante criticità non solo finanziarie che gravano sulle politiche dei servizi sociali nel territorio campano tra queste ha citato il mancato monitoraggio nell’applicazione e quindi effetti dei piani di zona intercomunali e la raccolta non appropriata di dati utili in tal senso.Questi insieme a politiche basate sul rispetto dei diritti umani, sull’uguaglianza di opportunità sulla riformulazione degli obiettivi dei servizi di sostegno sono gli elementi su cui lavorare”. Il panorama generale è tra i meno incoraggianti come si deduceva da una slide : ha servizi scadenti e molto limitati verso le persone con disabilità.Spende nei piani il 60% per il personale ( criticità solo in parte corretta ndr) ed è stata introdotta la compartecipazione alla spesa dei servizi ai cittadini invece di finanziare i comuni attraverso il fondo socio-sanitario”. Critiche anche ai comuni: moltissimi non hanno adottato la convenzione Onu e spesso sono assenti alle riunioni Uvi(unità valutazione integrata ndr) ai fini della compartecipazione al costo dei servizi. Sull’impegno della Cgil è intervenuto anche Raffaele Puzio, responsabile regionali di questo sindacato sulla disabilità una delle testimonianze di inserimento lavorativo e sociale di persone disabili( questo il sottotitolo del convegno) .Un interveto non privo di una certa autocritica sull’operato del sindacato ma ha indicato una serie di obiettivi su cui battagliare per passare davvero alla fase dei diritti sociali (tra questi proprio il problema della compartecipazione ai costi per le famiglie di disabili). Un punto rimarcato è stato quello del collocamento obbligatorio al lavoro dei disabili dopo la riforma su cui la Cgil ha intenzione di mettere in campo una vera e propria piattaforma operativa. Prima del convegno spettacolo musicale con canti natalizi dell’associazione “diversamente”. Presenti anche l’Adi di Pietramelara, CSV.Assocovoce, DIVRSAmente, l’associazione famiglie disabili psichici(AFDP), l’associazione “Gaglione”.
Michele Martuscelli