AVERSA – Alessandro Gatto, presidente regionale del Wwf, ha inviato una lettera aperta per ricordare a tutti i danni e le responsabilità che hanno prodotto la devastazione dell’agro aversano-giuglianese.
“L’agro aversano-giuglianese, che può essere denominato anche maremma liternina, oggi ha un aspetto tenue con colori che sanno d’autunno che fa confondere la memoria dello scarico di veleni occultati da chi non vuole la vita e predica un futuro di morte e distruzione. Superficialmente sembra tutto dimenticato. Ma una nuvola di fumo nero di rifiuti bruciati ci riporta con i piedi per terra e torniamo nel peggiore girone dell’inferno dantesco. La campagna è dipinta dai colori tipici della stagione del momento, si riescono anche ad osservare aironi quali testimoni di un ecosistema che fu, che è stridente con la presenza di microdiscariche in ogni dove e con il colore torbido e l’odore mefitico di quei canali che dovevano raccogliere le acque meteoriche per la bonifica dei territori limitrofi: tutti concentrati poi nei fetidi Regi Lagni, canale borbonico frutto della canalizzazione di un antico fiume, il Clanio, che scorreva una decina di chilometri più a sud attraversando l’agro aversano per poi sfociare nel lago Patria. Ma ora siamo ben consapevoli anche di ciò che non si vede e che fa paura proprio per l’insidia nascosta che ne rappresenta. Il terreno ha ingoiato, suo malgrado, il vomito velenoso delle industrie del nord Italia che nel frattempo hanno fatto P.I.L. ed hanno aumentata la cosiddetta “ricchezza”. Ma ricchezza non è forse avere aria pulita, acqua non inquinata, cibi sani ed un ambiente ricco di biodiversità e di paesaggi che accarezzano l’anima portandoci armonia interiore ??? Nulla di nuovo, sia chiaro, ma oggi si attraversa un momento di frustrazione di fronte anche ad una bonifica tanto promessa quanto attesa. Ma le parti sanno bene che non è possibile ritornare “a prato verde”, prendendo in prestito un termine usato nel processo di dismissione delle centrali nucleari. Ma il “prato verde” non è possibile. E’ un sogno che affonda le sue radici in un attaccamento alla speranza del miglioramento a tutti i costi. E chi ha sganciato queste bombe ecologiche lo sapeva. Era consapevole del disastro ambientale che stava provocando ma la brama di potere travalica la certezza di consegnare un futuro a queste terre di malattie e di morte. I signori del male però si occultano nella società, così come hanno saputo nascondere quei veleni che rappresentano non solo l’inquinamento del suolo, delle acque e dell’ambiente ma soprattutto l’inquinamento della struttura stessa delle nostre comunità. Un inquinamento che si traduce in un oblio della mente e dell’anima stessa della nostra collettività che ha abdicato all’assuefazione restando sordi per scelta. Per non capire, per non soffrire di fronte all’impossibilità a cambiare lo stato dei fatti. Il territorio dell’agro aversano-giuglianese ha il sapore falso dell’intatto, di un luogo che non pare violato nella sua essenza più intima. Non sembra ma è distrutto da un avvelenamento invisibile e subdolo che si manifesta in maniera inquietante con la maledetta patogenesi ambientale che vede crescere esponenzialmente le vittime. Sono patologie direttamente correlate all’inquinamento ma scientificamente non c’è certezza…dicono. Nel frattempo è meglio non parlarne più altrimenti che si deve fare ??? L’evaquazione generale di un territorio come se fosse esplosa una centrale nucleare ??? Meglio zittire quel fastidioso movimento che tenta di dire qualcosa e di urlare alle istituzioni che si deve far presto da più di vent’anni. Nel frattempo il territorio della maremma liternina conserva solo il fascino del tempo che fu, che ogni tanto la Natura dei luoghi comunque mette in evidenza. Una maremma che se ci pensiamo bene e facciamo un semplice confronto con un’altra ben più famosa maremma, quella toscana, subito ci salta in mente quale mancato sviluppo anche economico sarà perso per sempre. Oggi, solo per fare un esempio, un casolare nelle campagne della maremma toscana vale una fortuna e ci sono acquirenti di tutto il mondo a spendere in quel meraviglioso territorio. E nella maremma liternina ??? La risposta è semplice e banale: non vale niente. Ma questa è una campagna fertile e ricca che riuscirà sicuramente a rivivere un futuro meraviglioso ma solo dopo un tempo non più utile a chi vive oggi e nell’immediato futuro.” *Presidente del WWF Campania