CASERTA – di Sara Fazioli “Gran parte del progresso sta nella volontà di progredire” affermava Seneca. La volontà di progredire, una volontà gettata avanti dall’ambizione e dall’entusiasmo di migliaia di ragazzi è stata l’anima delle proteste che si sono verificate al Liceo Manzoni negli ultimi giorni.
La causa delle proteste studentesche solitamente è destinata a rimanere un enigma. Spesso, forse troppo frettolosamente, si pensa che simili manifestazioni si verifichino solo per uscire dalle aule e “perdere tempo” in cose tremendamente oziose. Per farla breve, un’occasione per giocare e divertirsi.
Nessuno analizza l’ipotesi di un vero malcontento.
Un malcontento, però, non è solo una situazione isolata che si viene a creare sporadicamente: il nostro è un malcontento dettato dalla paura, la paura del futuro. Ognuno di noi, alzando la voce in uno splendido grido di entusiasmo, ha dato sfogo, seppure per un momento, alla rabbia, all’angoscia repressa di una condizione che è permanente in noi: la paura.
Una scuola che è continuamente soggetta a tagli e a riforme, corrette e riscritte continuamente come se fossero uno schizzo a matita, è una scuola che non ci dà sicurezza.
Sentiamo la mancanza di un ambiente che possa davvero prepararci alla vita lavorativa, e più in generale che ci prepari ad essere adulti e cittadini. Abbiamo imparato dai nostri docenti, dalle pagine dei nostri libri, che l’uomo è, in primo luogo, animale politico. Un animale che vive di democrazia e libertà. Di alti ideali che aiutano a prendere il volo: gli stessi ideali di coerenza e passione civile perseguiti da Cicerone, gli stessi ideali di libertà che hanno portato Petronio o Seneca a trovare persino il suicidio forzato più dolce rispetto ad un’esistenza priva di Virtù e continuamente soggetta alla Volontà altrui. Ci siamo commossi davanti alla disperata ricerca socratica della Verità, perché, in fondo, siamo consapevoli di quanto ancora oggi sia difficile rintracciarla e farci i conti.
E spesso, a dispetto di quanto si possa pensare, avvertiamo la nostalgia di questi valori .
Abbiamo fatto sentire la nostra voce per dire no ad un decreto che, potenzialmente, avrebbe potuto cambiare per l’ennesima volta, ma in maniera drastica e pericolosa, la scuola italiana,privatizzandola.
Con la nostra voce non abbiamo fatto altro che sentirci parte di un sistema democratico, dove per un attimo è sembrato che la democrazia l’avessimo creata noi, dicendo ciò che non andava bene, ciò che doveva cambiare: ognuno di noi ha avuto la possibilità di esprimere il proprio parere. Una piazza, una pòlis. Sentirsi cittadini attivi non è un privilegio riservato solo a coloro che ogni anno si recano ai seggi elettorali, dovrebbe essere un diritto di tutti. La cittadinanza attiva dovrebbe cominciare ad attuarsi al liceo , si manifesta apertamente nelle assemblee degli studenti – che il DDL ex APREA, nonostante varie modifiche, prevede di abolire – perché è al liceo che gli studenti prendono consapevolezza dei loro diritti e hanno il diritto e il dovere di guardare al passato senza rimpianto. Consapevoli del fatto che la scuola abbia ancora molto da dire in questi tempi tanto difficili perché solo la scuola rimane effettivamente una palestra di vita. Come ci insegnano gli antichi.
Sara Fazioli
V R – Indirizzo Classico
Liceo A. Manzoni – Caserta