Si è concluso il campo naturalistico Migrandata Matese, giunto ormai alla sua quinta edizione. L’evento è stato organizzato dall’associazione ARDEA e dal CEDA “Matese” della Legambiente, dal 22 al 29 agosto 2014. Nonostante il mancato rinnovo del contributo regionale che aveva caratterizzato le precedenti edizioni i partecipanti al campo hanno garantito la prosecuzione del monitoraggio scientifico autotassandosi e lanciando una sottoscrizione pubblica a favore di MigrAndata. In questo stato di emergenza il Parco Regionale del Matese ed il Comune di Castello del Matese sono stati solidali a Migrandata fornendo un contributo che ammortizza parte delle spese vive del campo. Collaborazioni in termini di strutture, mezzi e patrocini morali sono stati forniti dalla Provincia di Caserta, dalla Comunità Montana del Matese e dai Comuni di Piedimonte Matese e San Gregorio Matese.
Il campo di ricerca concentra la sua attenzione soprattutto sulle rotte migratorie dell’avifauna in volo sul Lago Matese, importante zona umida dell’omonimo Parco Regionale. Il Lago rappresenta infatti un nodo centrale e rotta preferenziale nella migrazione di andata e ritorno dell’avifauna europea, data la presenza di ambienti adatti alla sosta dei passeriformi transahariani, i quali utilizzano il territorio per foraggiarsi prima dell’attraversamento del Mediterraneo, per poter giungere i luoghi di svernamento. Il progetto ha visto l’adesione di 30 partecipanti (Inanellatori – Naturalisti, Biologi, Veterinari e Faunisti) che a titolo volontario hanno collaborato per la buona riuscita del monitoraggio dell’avifauna.
Le attività scientifiche hanno evidenziato il sensibile calo degli uccelli migratori marcati nei pressi del lago Matese, soprattutto per la specie rondine (Hirundo rustica) con circa 500 individui, a fronte dei 2326 inanellati nello stesso periodo nell’anno precedente. Le rondini in questa sessione di monitoraggio sono state al centro di analisi più approfondite in quanto in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico di Teramo, le analisi dedicate alla rondine indagheranno, attraverso prelievi biologici, anche i patogeni che questi migratori potenzialmente possono trasportare da altri paesi (i risultati di tali analisi saranno disponibili fra qualche mese). Inoltre per comprendere se questo calo di rondini sia dovuto ad uno slittamento migratorio o ad una contrazione demografica, sono previste altre sessioni d’inanellamento di un paio di giorni nel mese di settembre (anche queste autofinanziate dai ricercatori).
Il monitoraggio dell’avifauna ha visto il censimento di ben 84 specie, fra le quali 3 individui adulti di Piviere tortolino (Charadrius morinellus) su Monte Miletto, limicolo raro e particolare che preferisce, come rotta migratoria, le cime più alte degli Appennini, per giungere dalla Siberia in Africa e in Medio Oriente. Grazie a questi censimenti interni a MigrAndata iniziano ad accumularsi numerosi dati che sembrano indicare il Matese come sito di sosta importante anche per questa specie cosi particolare. Le specie inanellate ammontano a 29, fra queste ben tre vengono marcate per la prima volta: Martin Pescatore (Alcedo atthis), Ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula) e Pettazzurro (Luscinia svecica). Quest’ultimo era stato segnalato un’unica volta nell’area del Parco nel 2010 presso l’Oasi de Le Mortine, per cui si tratta della prima segnalazione per l’area di Lago Matese. Migrandata Matese, in 44 giorni di attività suddivisi in 5 anni ha raggiunto il “record” di 10.000 individui di 55 specie diverse.
Il campo ha costituito una preziosa occasione per raccogliere nuovi dati sulla biodiversità della Campania. Rappresenta un’efficace azione di sensibilizzazione delle popolazioni locali e dei turisti per una migliore conoscenza e salvaguardia dell’ambiente del Parco Regionale del Matese.
Migrandata – Matese è un progetto che sta maturando nel tempo, grazie ai sacrifici della squadra che ormai lavora al progetto da 5 anni; l’augurio è che cresca anche il supporto da parte di tutti, per consentire la realizzazione di un osservatorio permanente mirato al monitoraggio dell’avifauna del Matese, divenendo anche polo di formazione per chi voglia avvicinarsi all’ornitologia e di educazione ambientale per le giovani generazioni che abitano nel territorio del Parco Regionale del Matese.