La problematica ambientale, sussistente in alcuni Comuni ed in qualche specifica macro-area della Regione Campania, costituisce un fattore che non va – di certo – sottovalutato, ma non si può parlare di un’epidemia tumorale senza il riscontro dei dati scientifici. E’ la sostanza di quanto affermato e sostenuto da alcuni pregevoli relatori che si sono espressi, sulla situazione delle epidemiologie dei tumori in Campania, nel corso di un convegno che si è svolto all’interno della Sala Consiliare del Comune di Capua, nella centralissima Piazza dei Giudici. Il dibattito, introdotto dal sindaco della città, il prof. Carmine Antropoli, direttore III Chirurgia dell’Ospedale Cardarelli, si è concentrato, appunto, sul panorama epidemiologico campano, per fornire informazioni utili e qualche dato di maggiore affidabilità sui tumori, in un territorio purtroppo bistrattato dagli eccessivi allarmismi. Il video del convegno viaggia già su youtube con il link http://youtu.be/697C3YXSKuo, ma il messaggio lanciato è chiaro: “La mortalità – come ha detto il prof. Mario Fusco, direttore del Registro dei Tumori in Campania presso l’Asl Napoli 3 Sud – non è legata al rischio ambientale ma alla capacità del sistema sanitario di intercettare e gestire le patologie tumorali in tempo” . In base a quanto dichiarato, dati alla mano, non c’è alcun reale allarme, se non quello alimentato da soggetti disinformati. L’indice dei tumori, con la sola eccezione del polmone e del fegato, è più basso o uguale al dato nazionale. La maggiore incidenza delle patologie che colpiscono fegato e polmoni sono, tra l’altro, strettamente connesse ad un tasso di epatite C superiore di sei volte rispetto a quello nazionale e ad una più alta percentuale di fumatori. “Che ci stiamo ammazzando con le nostre mani – ha affermato il prof. Giacomo Cartenì, direttore di Oncologia Medica presso l’ospedale Cardarelli – è vero, ma il problema riguarda l’intero mondo civile. Ci sono degli aspetti dell’assistenza oncologica che vanno affrontati in questa Regione, … ma bisogna comunque adottare il metodo scientifico per dare informazioni più chiare. Il convegno ha lanciato uno spunto di riflessione importante. Lo stimolo ad un maggiore approfondimento della problematiche epidemiologiche, rapportate alla questione ambientale, va continuamente sollecitato per preservare la giusta attenzione, ma va anche tutelata la legittimità del dato scientifico rispetto ad alcuni allarmismi, soprattutto se non suffragati da riscontri concreti.
Il video del convegno
http://www.youtube.com/watch?v=697C3YXSKuo