CASERTA – E’ stato sottoscritto il patto dei cento per la legalità. Cento giovani della provincia di Gomorra, tutti under 35, hanno firmato un patto d’onore per avviare, tutti assieme, una battaglia contro la criminalità organizzata.

E’ con questo spirito che hanno fondato l’associazione “416bis generazione anticamorra” che vede al suo interno amministratori, giovani professionisti, esponenti del mondo del volontariato e dell’associazionismo, rappresentanti del mondo studentesco ed universitario, giovani fuori dagli schemi convenzionali, tutti con un unico desiderio: quello di porre un freno all’avanzata della camorra. A coordinare l’associazione, in questa prima fase, il giovane assessore al Lavoro della Provincia di Caserta Gimmi Cangiano. “La battaglia anti-camorra non può considerarsi una battaglia di una parte, così come ha voluto far credere qualcuno sino a questo momento – ha esordito Cangiano – non crediamo che, su questo territorio, esistano, per partito preso i buoni e i cattivi a seconda della bandiera che sventolano. Nella provincia di Gomorra c’è chi è organico o tollera un sistema malavitosa e chi è contro e si batte per sconfiggerlo. Noi rappresentiamo questa parte. I cento che hanno sottoscritto il patto per la legalità sono espressione degli ambiti e delle culture più disparate. Costituiscono un coacervo di identità che si esprimono in maniera disparata quando sono chiamate al voto. I cento, però, parlano la stessa lingua e hanno la stessa voce solo in un momento: quando c’è da mettere in campo azioni di contrasto energiche contro la camorra. Noi siamo aperti a tutti quei giovani che hanno voglia come noi di dire basta alla camorra. Alcuni di noi hanno scelto di cominciare questa guerra dalle istituzioni perché riteniamo che per avere un ruolo istituzionale non si debba, per forza, essere organici al malaffare. Dalle istituzioni noi vogliamo dare la prima risposta contro i clan”. Cangiano spiega quali sono gli obiettivi dell’associazione. “Riteniamo che sia necessario avviare azioni concrete sul territorio che partono dal riutilizzo dei beni confiscati che non possono e non devono rimanere dei mausolei che, poi, finiscono, in molti casi per ritornare nella disponibilità della criminalità organizzata – ha detto Cangiano – è necessario spiegare ai più giovani che cosa è la camorra e dove porta seguire quella strada. La cosa fondamentale, però, è bloccare il reclutamento della manovalanza da parte della camorra. Purtroppo i clan pescano in un tessuto di ignoranza, povertà e degrado, contro il quale si deve porre un freno. La camorra offre facili guadagni in una terra in cui l’occupazione diventa sempre più una chimera. Il nostro compito deve essere quello di promuovere occasioni di sviluppo e di crescita del territorio che portino occupazione. E’ una sfida difficile, ma la nostra generazione anticamorra si sente in grado di raccoglierla”.

 

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