SAN CIPRIANO – “Io non mi aspetto che voi facciate qualcosa – dice rivolgendosi allo stato maggiore del Pd presente a Napoli alla manifestazione Finalmente Sud – io faccio qualcosa perché amo la mia terra, amo Casal di Principe

e credo che possa esser riscattata. A voi dico innamoratevi dell’amore e non del potere”. Emozionato, determinato, spontaneo. E’ il passaggio più applaudito dell’intervento di Giuseppe Pagano figlio di San Cipriano d’Aversa, ospite della manifestazione che i giovani del Partito Democratico hanno tenuto alla mostra d’Oltremare di Napoli, dove, però, la scena è stata pressoché rubata dal botta e risposta a distanza tra Renzi e Bersani. Applauditissimo l’intervento del rappresentante del terzo settore che, senza usare giri di parole o metafore, ha voluto far uscire dalle cronache provinciali la lotta in difesa dei budget di salute. Un sistema che l’Asl Caserta ha cercato di far fallire non pagando i cogestori per oltre un anno. Pagano ha iniziato il suo intervento citando Pertini “Avrei potuto essere un killer della camorra o uno dei tanti che tende a stare nella zona grigia, ma ho avuto la fortuna di conoscere persone che con il proprio esempio mi hanno cambiato la vita”. Poi ha ringraziato Saviano per Gomorra definito “un atto di amore verso la mia terra contro chi vuole che di queste cose non si parli. Ma se poi ciò accade ci sente soli, realmente soli”. Meglio parlarne quindi andando oltre i vari Zagaria, Iovine, Sandokan. Come bisogna parlare dell’esperienza di tutte quelle persone che, purtroppo, hanno pagato con la vita il proprio impegno sociale, il proprio amore per la legalità. “Tante persone – ha detto – mi chiedono dello stato, ma io farei un altro omicidio se non parlassi degli Imposimato, dei Don Peppe Diana che hanno dato la vita per le proprie idee e i propri valori. E’ per queste persone che non possiamo chiudere gli occhi. Non possiamo tirarci indietro e smettere di credere che per la mia terra, questa Campania, Casal di Principe possa esserci un riscatto”. Scrosciano gli applausi. Duemila persone in piedi a stringere in un abbraccio ideale tutte le persone oneste dell’agro aversano che, ancora oggi, lottano contro la camorra e l’indifferenza delle istituzioni. Ed è in questo momento che Pagano inizia a parlare della Nuova Cucina Organizzata dove gli ospiti sono riusciti a vincere l’indifferenza del quartiere e il timore dei vicini. Nco un ristorante pizzeria sociale che in questi anni ha contribuito a formare nuovi sancirpianesi onesti e che per questo non può morire nell’indifferenza. “Nco nasce con i nostri sacrifici – ha spiegato nell’intervento Pagano- perché la mia cooperativa ha deciso di investire in un bene confiscato. Non potevamo, infatti, correre il rischio di far ripetere quanto accaduto a Sessa Aurunca, dove alle coop hanno consegnato un canile non a norma o a Castelvolturno, dove a Libera è stato consegnato un caseificio non a norma. Abbiamo investito e stiamo riuscendo nel nostro scopo anche grazie a migliaia di ragazzi, di cui non si parla, che da tutta Italia sono venuti a darci una mano forti delle loro idee e del loro entusiasmo”.  Un entusiasmo che ha rischiato di esser vanificato dalle istituzioni che hanno provato a far naufragare il sistema dei budget di cura. Una pratica a cui Pagano ha risposto con lo sciopero della fame e della sete e con parole dure: “Non ti consentiamo di affamarci per costringerci a lasciare. Il nostro sistema non è fallimentare e non siete riusciti a dimostrarlo. Non vi nascondo però che, quando ho deciso di mettere in atto lo sciopero della fame e della sete ho avuto paura. Questo sentimento è passato quando ho capito che non ero solo. E’ arrivata la solidarietà da mezza Italia, l’Asl è stata inondata di fax e qualcosa si è mosso. Concludo dicendo che non si siamo sentiti soli perché la camorra per vincere ha bisogno che gli onesti stiano zitti e nella mia terra, questa volta, gli onesti non sono stati zitti”.

 

Angelo Golia

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