CASERTA – Le biblioteche ed i musei come presidi di cultura e di socialità A Caserta continuano a chiudere i luoghi della cultura: dopo l’antica libreria Croce è toccato alla Mondadori e ad un’altra importante edicola nel pieno centro. Qualche giornale ha commentato questa ennesima sconfitta della civiltà con il termine di “tristezza”. Credo che bisogna parlare di desolazione, di totale indifferenza di fronte allo stillicidio che colpisce in modo inesorabile i luoghi della conoscenza, di un bene comune essenziale per la vita civile di un popolo, per poter esprimere una cittadinanza democratica ed una vera partecipazione consapevole . E’ giunto il momento di avviare una seria riflessione sullo stato dei beni culturali, a partire dalle biblioteche e dai musei civici, che sempre più rappresentano le vere “infrastrutture immateriali” per diffondere la cultura ed il sapere come fattori di sviluppo e di coesione sociale di un territorio. Negli ultimi tempi si registrano due fenomeni contraddittori.
Da un lato, va segnalata una rinnovata quanto sorprendente attività promossa dalla rete di piazze del sapere che sono attive in tante librerie e centri culturali in numerosi comuni di Terra di Lavoro. Dall’altro lato, va segnalata ancora la inadeguata attenzione delle forze politiche e delle classi dirigenti su questi temi. In questa fase fa eccezione una iniziativa promossa dalla Provincia sui musei. Prendiamo ad esempio lo stato delle biblioteche civiche. Per capire cosa è successo nella nostra provincia negli ultimi anni, mi sono avvalso di una ricerca realizzata dal mio amico Giuseppe De Nitto. Dal suo studio emerge che nelle ricognizioni tra dal 1992 al 2006 si registra una crescita progressiva delle biblioteche pubbliche : se ne contano circa 50 attive. Egli stesso rileva che “siamo ancora lontani dall’aver raggiunto un traguardo soddisfacente in quanto circa la metà dei comuni della nostra provincia sono ancora privi di biblioteca”. In particolare va segnala la situazione di quasi “desertificazione” nell’area aversana, nonostante la densità abitativa. Ancora più grave è la situazione delle strutture e dei servizi offerti dalla maggior parte delle biblioteche con una dotazione di scarse risorse umane e finanziarie. Solo 4 dispongono di una sede appositamente costruita. Ancora più pesante risulta il bilancio per le dotazioni di nuove tecnologie in rete: l’automazione digitale è attiva solo in pochi casi. Se per curiosità si fa una ricerca sul motore di Virgilio, si scopre che solo 5 biblioteche risultano registrate. Il dramma è che troverete solo alcune informazioni banali, come l’indirizzo e il numero telefonico. Su 22 biblioteche registrate solo 2 hanno un sito decente. Lo stesso dicasi per i musei: anche in questo caso solo 2 hanno i siti attivi (quello della Reggia e del Nuovo Museo C ampano, che dovrebbe riaprire ad aprile). Altro che social forum ed Internet! Su questo piano siamo ancora nell’era premoderna. Di fronte a questa situazione le piazze del sapere intendono promuovere un progetto per sostenere azioni di promozione di una rete tra le varie biblioteche – anche in connessione con le principali librerie e case editrici presenti sul territorio. Così come avviene in altre realtà del nostro Paese, vogliamo cercare di costruire delle buone pratiche facendo leva sulle attività ed i servizi offerti: in particolare si deve puntare facilitare la crescita delle funzioni delle biblioteche civiche come organismi “viventi”, aperti a tutti, come fattore di inclusione sociale e di innovazione per le varie comunità locali. A tal fine chiediamo di aprire un confronto con le principali istituzioni locali dove sono attive le più avanzate esperienze (a partire dai comuni di Caserta, Maddaloni, Marcianise, Mondragone, Piedimonte MT, Sessa Aurunca, Succivo, Teano ed altri). La Provincia di Caserta con il Nuovo Museo Campano e la Camera di Commercio – in fase di riorganizzazione della sua biblioteca come luogo del “sapere economico” di Terra di Lavoro – possono svolgere un ruolo di promozione di coordinamento, con il coinvolgimento delle istituzioni del sapere e della conoscenza (in particolare l’Università e le scuole), delle forze sociali e produttive, del mondo del terzo settore e del volontariato, che comincia ad essere un soggetto molto attivo in alcune realtà, capace di animare percorsi e progetti di apprendimento permanente. A tal fine possono essere impiegate risorse ancora disponibili a livello comunitario, nazionale e regionale.
Pasquale Iorio Caserta, 29 febbraio 2012 VP Aislo