“L’uso sociale dei beni confiscati è un punto cardine della lotta alla criminalità organizzata. Da sempre il miglior modo per colpire i malavitosi è sottrarre loro il patrimonio immobiliare. Questo è il principale messaggio di legalità che ancora una volta abbiamo lanciato ai nostri studenti”. Così Antonio Fusco, dirigente scolastico dell’Istituto tecnico economico “Leonardo Da Vinci”, commenta il successo del corso di formazione tenutosi nell’aula di videoconferenza della scuola. Tema dell’iniziativa, promosso dal presidio scolastico di Libera dell’Ite, su input della referente Maria Rosa Settembrino, è stato: “I beni confiscati alla criminalità e il loro uso sociale”. A introdurre i lavori il preside, che ha sottolineato l’importanza della legge 109/96, che ha ribadito come i beni confiscati non debbano essere rivenduti per evitare che, attraverso stratagemmi e manovre, tornino in mani mafiose. Hanno poi preso la parola Gianni Solino, referente provinciale di Libera e Fabio Giuliani, referente regionale di Libera. Entrambi hanno raccontato come le associazioni e i gruppi che fanno parte di Libera si assumano la responsabilità di gestire i beni confiscati in un’ottica di servizio, per realizzare progetti utili alle persone e ai territori. Non sono voluti mancare a questa iniziativa delegazioni da tutti gli istituti superiori di Santa Maria Capua Vetere e dall’istituto comprensivo “Carlo Gallozzi”. L’impegno del presidio di Libera dell’Istituto tecnico economico “Da Vinci” è riconosciuto da anni, anche a livello nazionale. L’occupazione di Palazzo Teti e la partecipazione alle varie marce per la pace in tutta Italia sono soltanto alcune delle meritevoli iniziative intraprese. A breve inoltre la scuola adotterà un altro monumento poco valorizzato della città del Foro: un’antica cappella. Questo corso di formazione, quindi, ha permesso di festeggiare i diciannove anni della legge sul riutilizzo sociale dei beni confiscati; decreto che ha impartito un colpo duro ai clan, rafforzando il percorso della giustizia.