RECALE. Oltre duemila cittadini raggiunti con attività di comunicazione mirata, settecento bioshopper riutilizzabili distribuiti agli studenti, quaranta ecoborse (realizzate con abiti dismessi) regalate in un asta benefica, nove i soggetti coinvolti (tra istituzioni, associazioni, scuole, comitati, oratori e imprese), sette i giorni di eventi e una campagna stampa che ha valicato i confini della città.

Questi i numeri del progetto «Un sacco bello!» snocciolati dal portavoce di Cruna, Michele Lasco, durante l’assemblea dei soci di giovedì sera. «Il bilancio – afferma – è più che positivo: la “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti” a Recale è stata un grande evento collettivo, di risonanza provinciale». Un successo che Cruna divide con gli altri attori della manifestazione: «Ringraziamo il sindaco Patrizia Vestini, per il patrocinio morale – aggiunge Lasco -, gli assessori all’ambiente e all’istruzione Ciro Rossi e Lello Porfidia, la preside Vincenza Della Valle, dirigente dell’Istituto comprensivo Giovanni XXIII, le dame di «San Vincenzo De Paoli», rappresentate da Giuseppina Lauritano Manzo, i ragazzi dell’oratorio Sant’Antimo, animato da Daniela De Bartolomeo, il Comitato genitori, presieduto da Anna Stellato, i supermercati Sisa Spesanova di via circumvallazione Marianna Gadola e Briò di piazza Aldo Moro e Lello Zuna di Pubblibags». Nel corso della settimana, è stata messa in atto una campagna di azioni concrete dirette a informare i cittadini su quanto sia utile, economico e semplice sostituire le comuni buste per la spesa con bioshopper e borse riutilizzabili. Gli attivisti di Recale hanno accolto anche l’invito dell’associazione Comuni virtuosi italiani di sostenere la petizione pubblica «Meno rifiuti, più benessere», ideata con Italia nostra e Adiconsum. I sottoscrittori si rivolgono al mondo della grande distribuzione organizzata per sollecitare azioni, attuabili nel breve e medio termine, per alleggerire l’impatto ambientale di imballaggi e di articoli usa e getta. «Nelle classifiche regionali – ricorda Lasco -, a fronte di una produzione di rifiuti annua tra le più alte d’Italia, Terra di Lavoro supera, in media, appena il 32% di raccolta differenziata. Serve un cambio di rotta che non può riguardare, però, solo i singoli individui. Filiere ecocompatibili nella Gdo non potranno che portare benefici a cascata anche ai Comuni che non raggiungeranno, entro il 31 dicembre, il 65% di differenziata fissato dalla legge».

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui