“Da martedì prossimo 3 novembre Francesca (nome di fantasia) potrà finalmente andare a scuola. E frequenterà lo stesso istituto di Trentola Ducenta (Caserta) che aveva rifiutato la sua iscrizione a settembre”. E’ tornato sereno il volto di Antonio, papà affidatario della piccola di 11 anni malata di Aids la cui storia di discriminazione ha sollevato un polverone giunto fino al ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini, il cui intervento è stato risolutivo. La moglie Fortuna è a Napoli all’ufficio scolastico regionale dove ha preso parte al vertice riunito d’urgenza nel corso del quale è stato deciso che Francesca doveva andare proprio nella scuola da cui era stata rifiutata. “Io e mia moglie Fortuna – racconta Antonio, emozionato – abbiamo provato a spiegare alla piccola che non tutti erano pronti ad accoglierla, ma che ci voleva un po’ di tempo perché i ‘grandi’ si attrezzassero. Ora gli diremo che sono finalmente pronti per lei”. La ‘casa famiglia’ della comunità di Capodarco, dove vive Francesca, accoglie cinque bimbi ed è ubicata dal 2002 nella casa confiscata all’esponente dei Casalesi Dario De Simone. Il papà affidatario della piccola Francesca non nasconde però la sua rabbia e amarezza per una storia durata troppo a lungo. E se la prende con l’Ufficio scolastico regionale, reo a suo dire, “di non aver trovato subito una soluzione adeguata. Ci avevano proposto l’apprendimento a distanza, ma a noi non è sembrato assolutamente giusto, perché privava Francesca di un suo diritto che tra l’altro rappresenta anche un obbligo per noi genitori; io e mia moglie abbiamo violato la legge ma semplicemente perché lo Stato non ci ha messo nelle condizioni di mandare nostra figlia a scuola”. Antonio preferisce non commentare le voci secondo cui le madri di alcuni studenti della media si sarebbero ribellate all’iscrizione della piccola Francesca. “Non voglio entrare nella coscienza delle persone – dice – il dirigente scolastico ha giustificato la mancata iscrizione con una motivazione tecnica, dovuta alla circostanza di 21 bambini in esubero, tra cui rientrava anche Francesca. Dal 15 settembre però l’ufficio scolastico regionale, investito della questione dall’ufficio provinciale di Caserta, si sarebbe potuto muovere celermente invece di attendere che fossimo noi a denunciare la vicenda al Ministro”.

 

 

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