CAPODRISE. La chiesa dell’Immacolata Concezione di Capodrise, retta dal parroco don Antonio Piccirillo, per la prima volta, ha organizzato il Presepe vivente. La rappresentazione sacra si è svolta sia la notte della vigilia sia la sera del 25 dicembre, con l’allestimento di una suggestiva capanna all’interno della parrocchia.
Poi, visto il successo riscosso tra i fedeli, il presepe è stato riproposto la domenica dell’Epifania in un nuovo contesto, quello del rione San Donato, popoloso quartiere di Capodrise, realizzatosi nell’ultimo decennio, con tante potenzialità urbanistiche e, tuttavia, penalizzato dalla mancanza di infrastrutture di aggregazione sociale, soprattutto giovanile. Anche in questo scenario, la rappresentazione è riuscita nell’intento di coinvolgere, in maniera entusiasta e convinta, sia bambini, sia giovani con le loro famiglie. Le scene sono state semplici ed essenziali e hanno riprodotto la pagina evangelica della Natività, sullo sfondo degli antichissimi ruderi della Chiesa di San Donato, esaltati dalla stupenda illuminazione e da effetti sonori messi a disposizione dall’amministrazione comunale, capeggiata dal sindaco Angelo Crescente, e coordinati dal consigliere Antonio De Filippo. Per la regia di Luigi Gabriele, si sono cimentati, tra gli altri, Alessia Gabriele e Domenico Mingione, nei panni di Maria e di Giuseppe, Arcangelo Palazzo, il censore, Francesco Rispoli, Salvatore Raucci, Manuele Gravante, Giuseppe Tartaglione come centurioni, Domenico Terracciano, Antonio Terracciano, Vincenzo Gabriele, che hanno interpretato i re Magi, Antonella Raucci e Simona Terracciano, le accompagnatrici, Tommaso e Giada Bucciero, Antonio, Gianni e Carmela Cecere i pastorelli, e Angela Zarrillo, Mario Bucciero e Anna Sorvillo, nelle vesti del popolo. Le voci narranti erano di Michela Berni e Luisa Martino, mentre le musiche sono state affidate al maestro Angelo Abate, già noto alle cronache nazionali per la sua partecipazione nell’orchestra della trasmissione “Io canto”, condotta da Gerry Scotti su Canale5. «Il Presepe vivente – afferma don Antonio – era in sintonia con le indicazioni pastorali del vescovo di Caserta, Pietro Farina, che, con ardore apostolico, chiede una Chiesa attiva nell’annuncio del Vangelo ed efficace nella testimonianza, soprattutto alle nuove generazioni. Sono felice perché alla fine si è rivelata una bella catechesi sul mistero della nascita umano-divina di Gesù di Nazaret». Rappresentazione da tutti graditissima, tanto che è stato già formulato il proposito di riprodurla negli anni a venire, perché sia sempre più giovane e bello il volto della Chiesa di Capodrise; è l’augurio conclusivo di quanti, e sono stati in tanti, hanno collaborato.