Se non è il picco poco ci manca: in città la curva dell’ondata Omicron sta per imboccare la discesa spinta dalle vaccinazioni e dall’immunità raggiunta da un napoletano su 20 dopo le tante infezioni contratte nelle settimane scorse. I contagi hanno infatti funzionato in molti casi da dose booster naturale o da ciclo primario involontario. Lo scenario che si profila dovrebbe finalmente volgere al bel tempo e alleggerire progressivamente il peso delle ospedalizzazioni e dei decessi, ancora tanti in scia alla bufera che si è scatenata nell’ultimo mese e mezzo. Il monitoraggio giornaliero dei nuovi contagi, al netto di guariti e deceduti – ci dice che nell’ultima settimana il saldo tra nuovi casi e negativizzati ha iniziato ad erodere la grande massa degli attualmente positivi, vero serbatoio più evidente del virus. L’inversione di rotta è iniziata il 17 gennaio quando per la prima volta dalla metà dello scorso ottobre la quota dei guariti di quel giorno (2.118) ha superato quella dei nuovi positivi (1.444). Il picco, per essere tale, deve consolidarsi con dati stabili da rilevare nel corso delle settimane. Negli ultimi giorni il vantaggio segnato dai guariti sui nuovi positivi lo si è registrato anche il 21 gennaio (2.554 nuovi positivi a fronte di 3.616 guariti) e il giorno 24 di questo (1.046 nuovi positivi e e 3.206 guariti). Così anche ieri con 2.918 nuovi contagi a fronte di ben 3.688 negativizzati al tampone di fine isolamento. La massa degli attualmente positivi si è pertanto assottigliata: dopo aver raggiunto il 20 gennaio il massimo valore dallo scorso ottobre a quota 45mila, avanzando tra alti è bassi ieri è scesa a 41.736 casi. Proprio questa settimana dunque dovrebbe rappresentare il dosso a cavallo del quale iniziare a disegnare la curva discendente.
La situazione negli ospedali resta stabile ma anche qui ci sono piccoli segnali di miglioramento: al Cotugno sono una decina i posti liberi su 250 letti distribuiti tra rianimazione, sub intensiva e reparti di malattie infettive. «Effettivamente – conferma il manager Maurizio Di Mauro – notiamo un’attenuazione degli afflussi. Questa ondata della pandemia ha fatto emergere un’inaspettata quota sommersa di anziani ultra 70enni non vaccinati che stanno pagando il prezzo più alto. Ne abbiamo tanti con le patologie dell’età e polmoniti che li riducono in condizioni gravissime. I decessi sono tutti in questa fascia. L’età media dei ricoverati nell’ultimo mese si è molto innalzata anche se vediamo ancora alcuni giovani senza scudo vaccinale colpiti da forme abbastanza aggressive dell’infezione. In ospedale abbiamo anche una quota di vaccinati, soprattutto con due dosi, pochissimi con tre dosi, che sviluppano anche polmoniti di una certa entità ma quasi mai tale da richiedere cure intensive. Anche in questa platea sono gli anziani malati ad andare peggio. La mia impressione è che andiamo verso una svolta grazie alle tante vaccinazioni, alla minore aggressività di Omicron, all’immunità generalizzata dovuta alle infezioni e al calo fisiologico di ricoveri e contagi che accompagneranno il miglioramento del clima dalla primavera in poi». Un quadro simile si rileva negli altri Covid center: il Loreto è saturo nelle degenze e viaggia con 3 posti liberi in Rianimazione. All’Ospedale del mare c’è il tutto esaurito nelle degenze Covid ma c’è posto in terapia intensiva. Il Policlinico collinare ha un solo posto libero in rianimazione e al San Giovanni Bosco 7 posti liberi nelle varie specialistiche su 55 attivi. A Napoli sono circa 8 mila gli ultra 80enni non vaccinati, oltre 10 mila nella fascia di età tra i 70 e gli 80 anni. Un profilo anagrafico in cui si concentrano i più fragili della popolazione che soprattutto se non vaccinati rischiano grosso anche con una variante come Omicron. Soprattutto in questa fascia d’età ha mietuto le 25 vittime al giorno registrate nell’ultima settimana in Campania, erano 20 una settimana fa, 15 due settimane fa e 10 quattro settimane fa di cui sempre, oltre un terzo, contate solo a Napoli.