Stiamo entrando in una nuova fase, stiamo passando dall’emergenza a una gestione ordinaria dell’infezione Sars-Cov 2. Vaccini e misure di contenimento sono riusciti a piegare tutte le curve dell’epidemia di Covid-19 in Italia, tranne quella dei decessi per la quale bisognerà attendere ancora, e adesso si attende che con l’arrivo della primavera e poi dell’estate anche le temperature più alte facciano il resto, tenendo i valori bassi. Le premesse ci sono, dicono gli esperti, anche se sullo sfondo c’è il punto interrogativo degli effetti che potrà avere la sotto-variante della Omicron intercettata recentemente anche in Italia, la BA.2. A incoraggiare è il calo progressivo dei ricoveri, sia nei reparti ordinari sia nelle unità di terapia intensiva: un ottimo segnale, tanto quanto lo è l’indice di contagio Rt, ormai sotto 1 in tutte le rilevazioni: dallo 0,93 calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) allo 0,83 del sito CovidStati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), allo 0,8 del sito CovidTrends e allo 0,69 calcolato dal fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento. «È probabile che in primavera e in estate avremo un lungo periodo di tranquillità, anche se resta il punto interrogativo dei contagi», ha detto Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica dell’Università di Milano. «Il numero dei casi positivi scenderà soprattutto fra la seconda metà di febbraio a metà marzo, anche se resta l’incognita dell’arrivo della sotto-variante è BA.2 della Omicron». Se la sotto-variante, appena identificata in Italia, non dovesse diffondersi in Italia, «in marzo i casi positivi potrebbero scendere a poche migliaia», ma la BA.2 se si espanderà allora «il numero dei casi resterà alto». In generale, secondo La Vecchia si può prevedere «un carico ridotto sugli ospedali a fine marzo. A quel punto la decisione sulla fine dello stato di emergenza sarà solo politica».
Con l’arrivo della bella stagione e le temperature più alte dell’estate si possono ipotizzare «settimane nelle quali i numeri dell’epidemia saranno bassi». Anche per il virologo Francesco Broccolo, dell’università di Milano Bicocca, «La situazione è cambiata molto» e il primo motivo è che «il virus è cambiato molto nella sua biologia: ha 50 mutazioni in più rispetto a quello originario e adesso si replica in modo diverso, ossia nelle vie respiratorie superiori», ha osservato il virologo. Inoltre «abbiamo a disposizione un armamentario farmacologico decisamente più potente rispetto alle precedenti ondate, con antivirali che si assumono per bocca e che funzionano sulla Omicron e nuovi anticorpi monoclonali da utilizzare come profilassi per chi non può vaccinarsi per presunti effetti avversi» Si può quindi cominciare a intravedere una nuova fase dell’epidemia, nella quale il virus diventa endemico: che «la pandemia sta andando in endemia lo indica anche la percentuale del tasso di positività, sceso nelle ultime settimane dal 22% al 14%», ha detto Broccolo. Quanto all’autunno, secondo La Vecchia «probabilmente sarà più tranquillo rispetto a quelli del 2020 e del 2021», anche se «difficilmente il virus SarsCoV2 scomparirà. La malattia potrebbe continuare a esistere, ma in forma sempre meno grave, salvo l’improbabile arrivo di una variante più contagiosa e aggressiva». In sostanza il virus potrebbe avviarsi a diventare endemico, vale a dire che resterà una sorta di «sottofondo di frequenza di questo virus che, come tutti i virus respiratori, aumenterà d’inverno. Se malattia clinica resterà moderata, il SarsCoV2 potrà diventare uno dei virus respiratori che conosciamo». Troppo presto per dire se e quando potrebbe essere necessaria una quarta dose del vaccino: è un altro punto interrogativo da affrontare nei prossimi mesi.