Green pass «venduto» a 2 euro in una farmacia napoletana. Questo l’importo richiesto (e pagato) il 27 luglio scorso alla cassa, con tanto di scontrino esibito dalla guardia giurata Aldo di Bernardo, che ha deciso di sollevare il caso. Il vigilante è infatti vicepresidente dell’associazione Salute & Ambiente e da anni (tanti anni…) impegnato nella difesa dei diritti dei malati e dei cittadini. Nel segnalare l’episodio vissuto in prima persona, punta a precisare la regola generale: è possibile farsi dare denaro per la certificazione verde, anche solo per i costi di stampa? Per evitare polemiche dirette, di Bernardo non vuole indicare l’esercizio in questione. Che è stato contattato comunque dal Mattino.it in modo da chiarire i contorni della vicenda. Interpellata, la titolare dell’attività, estremamente garbata, riferisce che si è trattato di un fatto occasionale, e che ai clienti abituali della farmacia il documento viene consegnato regolamente senza domandare compenso. Ma con nessuno si può fare. A prescindere dalle circostanze. A spiegarlo è Vincenzo Santagada, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Napoli e provincia, che cita una circolare in particolare: la “9475/365/F7/PE” stabilisce che il Green pass deve essere rilasciato da Asl, laboratori, medici e farmacie senza oneri a carico del cittadino. Sul punto, c’è anche una nota di Federfarma rivolta ai propri iscritti (data 28 luglio) che rimanda alle Faq sul sito del governo www.dgc.gov.it/web/faq.htmlfaq.html. «La certificazione verde Covid-19 è gratuita. Non occorre pagare nulla per scaricarla o visualizzarla o stamparla», si legge in neretto. «Nessun costo viene richiesto con la notifica, che si può ricevere solo via mail dal mittente “ministero della Salute”». E ne non bastasse? «Se si viola quanto disposto – aggiunge Santagada – il farmacista può essere chiamato in audizione dal Consiglio dell’Ordine e sottoposto a un procedimento disciplinare».

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