“Il braccialetto elettronico e’ la misura che ha colpito di piu’ chi ha ascoltato i miei vari discorsi. Ma non e’ l’unica misura alla quale ho pensato. Potra’ essere utilizzato solo quando ci sara’ stata una seria e attenta verifica dei costi e cioe’ solo se i costi del braccialetto risulteranno inferiori a quelli della detenzione e soltanto se da un punto di vista tecnico esso sara’ ritenuto adeguato alle esigenze di controllo e di monitoraggio”.

Lo ha precisato il ministro della Giustizia Paola Severino al termine della sua visita al carcere cagliaritano di Buoncammino dove ha incontrato, tra gli altri detenuti, le compagne di cella di Monia Bellofiore, la tossicodipendente che si e’ uccisa alcuni giorni dopo il suo arresto per l’omicidio della madre, l’ex infermiera Maria Irene Sanna, trovata morta carbonizzata alla fine dell’ottobre scorso. “Se a queste due domande dovessi ricevere una risposta positiva, allora il braccialetto potrebbe rientrare tra i vari mezzi alternativi alla detenzione”, ha aggiunto Severino. “Intanto, si possono introdurre tutte le altre misure, avere il tempo per fare questa verifica per poi aggiungere il braccialetto”.

 

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