Per un giorno alcune storie fra le più oscurate d’Italia hanno avuto visibilità pubblica e attenzione istituzionale: quattro giornaliste italiane minacciate per il loro lavoro hanno raccontato le loro vicissitudini a Palazzo Montecitorio, al convegno “Il velo squarciato”. Il convegno ha lanciato un appello pubblico alle istituzioni, al mondo dell’informazione e all’associazionismo affinché diano più attenzione e visibilità agli episodi di violenza contro le donne e, insieme, agli episodi di informazione oscurata con abusi e violenza:due problemi,sottolinea l’appello, strettamente collegati.

L’appello ha già l’adesione di varie associazioni e del consiglio comunale di Firenze, che ieri lo ha sottoscritto con un ordine del giorno unanime. Il convegno si è svolto per celebrare la Giornata Mondiale dell’Onu per l’eliminazione della violenza contro le donne. E’ stato promosso dalla Commissione pari opportunità dell’Associazione Stampa Romana, dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio e da Ossigeno per l’informazione, l’osservatorio della FNSI e dell’Ordine dei Giornalisti che segnala gli episodi di minacce e di abusi nei confronti dei giornalisti italiani: i casi segnalati nel 2012 sono trecento. A prendere la parola sono state: Ester Castano, una giovane cronista che, per i suoi articoli di cronaca, è stata querelata e diffidata formalmente dal sindaco di Sedriano (Milano), poi arrestato per corruzione, il 10 ottobre scorso; Marilena Natale, giornalista della Gazzetta di Caserta che lavora fra Aversa e Casal di Principe, più volte minacciata per aver denunciato episodi di malaffare che hanno portato, fra l’altro, allo scioglimento del comune per infiltrazioni camorristiche; Luisa Betti, collaboratrice del Manifesto, pluriminacciata per avere descritto il giro di interessi che ruota attorno alle sottrazioni di minori alla patria potestà per asserita Sindrome di alienazione genitoriale (il caso più noto e quello del bambino di Padova prelevato dalla polizia in modo brutale da scuola); Marilù Mastrogiovani, giornalista di Casarano (Lecce), minacciata insieme ai suoi familiari per un’inchiesta in cui rivela come le imprese messe fuori gioco per sospetti collegamenti mafiosi riescono a rientrare nel giro degli appalti. Al convegno hanno portato il saluto, per la FNSI, Giovanni Rossi e Daniela Stigliano, esponenti della Rete Giulia, della CGIl e di varie associazioni. In Italia, ha detto Alberto Spampinato (Ossigeno) c’è una crescente intolleranza per il lavoro dei giornalisti e per il giornalismo critico. Ciò produce un numero di minacce, intimidazioni ed abusi che non ha eguali nel’Unione Europea: è necessario portare questi problemi all’attenzione pubblica nell’interesse della democrazia”. La violenza contro le donne è ormai “una vera e propria emergenza sociale”, ha affermato Giorgio Napolitano nel messaggio trasmesso al convegno, ed è necessario coglierne la portata e le dimensioni effettive”, e inoltre occorrono interventi per tutelare con maggiore efficacia le donne che con coraggio manifestano situazioni di abuso”. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha ricevuto in udienza le giornaliste minacciate e i promotori del convegno, ha definito la violenza contro le donne “una piaga inaccettabile”, una riprova di pregiudizi persistenti e di grettezza culturale. Queste iniziative, ha aggiunto, “devono essere un monito per ribadire con forza il dovere di tutti, istituzioni e società civile, di affrontare con coraggio i numerosi e tuttora irrisolti aspetti di questo fenomeno, troppo spesso non compiutamente conosciuto nelle sua reale portata”. Fini ha anche incoraggiato Ossigeno e le altre organizzazioni a fare conoscere le storie dei giornalisti minacciati.

 

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