”A livello nazionale la mortalita’ dovuta a reati stradali nell’anno 2010 non e’ pari a 4.090 persone come stimato dall’Istat, ma si puo’ stimare in almeno 4.703. Circa 600 persone per l’Istat sono vive e per lo Stato sono scomparse per cause naturali”.
A denunciare l’errore, stamani a Firenze, e’ stato Stefano Guarnieri, presidente dell’associazione Lorenzo Guarnieri, intitolata a suo figlio, ucciso due anni fa da uno scooterista che guidava sotto l’effetto di droga e stupefacenti, sulla base di uno studio compiuto in collaborazione con l’Irpet (istituto di ricerca e programmazione economica per la Toscana). La ricerca e’ stata effettuata quando i Guarnieri si sono resi conto che Lorenzo non era stato conteggiato nei dati Istat relativi alle vittime della strada, in base ai quali risultava invece come ‘incolume’. ”E il caso di Lorenzo non e’ isolato – spiega ancora il padre – solo in Provincia di Firenze nel 2010 sono morte 69 persone (dati della Prefettura), mentre l’Istat ne riporta 58 e il sistema regionale di rilevazione Sirss 59”. Dallo studio, che prende in considerazione anche quanto avvenuto sul fronte delle morti stradali nella provincia di Cesena relativamente al 2010, risulta poi che anche su quel territorio il numero dei decessi sarebbe inferiore a quello indicato dall’Istat: 39 (fonte Associazione sostenitori e amici della polizia stradale, Asaps) contro i 34 registrati dall’ente. ”La nostra ricerca dimostra una sottostima del fenomeno di almeno il 15% – ha concluso Guarnieri – dunque, in base a questo, la mortalita’ sulla strada potrebbe non essere in calo come ha detto il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, ma addirittura in aumento”.