Oltre 358 mila bambini non sono stati vaccinati contro il morbillo, parotite e rosolia negli ultimi 5 anni: è come aver ‘perso’ un comune grande pari a Firenze. A fare i calcoli è la Società Italiana di Pediatria (Sip) che, in occasione degli Stati Generali della Pediatria, lancia anche l’allarme sulle ”ancora troppe disparità regionali nell’offerta vaccinale” anche se, sottolinea, ”il nuovo Piano nazionale vaccini è una prima risposta”.

In questo caso, spiegano i pediatri, ”è come se un intero comune italiano, grande come Firenze, avesse smesso di fare le vaccinazioni”. Con l’aggravante che la tendenza negativa si è accentuata negli ultimi due anni, che da soli registrano 139.747 bambini non vaccinati. Anche le vaccinazioni obbligatorie per legge hanno registrato una flessione. La riduzione delle coperture vaccinali, nel corrispondente periodo, ha riguardato 147.456 bambini non immunizzati con un ciclo completo di esavalente (vaccino che comprende polio, difterite, epatite B, tetano, pertosse, Hemophilus influenzae). Per usare lo stesso paragone, è come aver perso una fetta di popolazione grande come il comune di Rimini. Sulla base di questi dati, rilevano gli esperti, il nostro Paese si colloca ”al limite della soglia di sicurezza”. Altra criticità sono inoltre le forti differenze nell’accesso all’offerta vaccinale tra i bambini che risiedono in diverse aree territoriali del Paese. A tutt’oggi, sottolinea la Sip, ciascuna regione fa infatti riferimento al proprio calendario vaccinale: ”L’adozione del Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2016­ 2018, già approvato dalla Conferenza Stato Regioni, ed al momento al vaglio del Ministero dell’Economia per le verifiche di compatibilità economica, consentirebbe di ridurre inaccettabili disparità che colpiscono il diritto alla salute dei bambini italiani”, afferma il Presidente SIP Giovanni Corsello.

 

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