E’ tempo di coesione, non solo dinanzi alla crisi economica. E in Parlamento maggioranza e opposizione si trovano fianco a fianco sulla proposta di fare del pizzaiolo un ‘tecnico’ che possa veder riconosciuta la sua professionalita’ anche sulla scena europea. Che sia margherita o quattro stagioni, napoli o capricciosa, insomma, la pizza unisce destra e sinistra, abbattendo gli steccati tra gli schieramenti.
Come dimostra la ripresa dell’iter parlamentare, in commissione Industria del Senato, dei due provvedimenti fotocopia, uno del Pdl e l’altro del Pd, per l’istituzione della Pep, la Patente europea dei pizzaioli. L’obiettivo e’ quello di riconoscere una qualifica professionale ai pizzaioli, prevedendo un corso di formazione (di 120 ore) e un esame teorico e pratico per ottenere un attestato valido in tutti i Paesi Ue. Un riconoscimento, affermano i firmatari dei due ddl, Rosario Costa del Pdl e Giovanni Legnini del Pd, assolutamente indispensabile per valorizzare uno dei prodotti piu’ tipici della tradizione gastronomica italiana, apprezzato in ogni angolo del mondo. La pizza, sottolinea Legnini, “e’ un’arte tipicamente italiana e come tale, per essere affinata, richiede un’elevata professionalita’ che sia riconoscibile e certificabile”. “L’immagine dell’Italia nel mondo -gli fa eco Costa- e’ affidata al patrimonio culturale e paesaggistico, ma anche alla cucina italiana, apprezzata da tutti. E la pizza rappresenta l’elemento tradizionale della gastronomia italiana. Proprio per la centralita’ della pizza nell’ambito della ristorazione soprattutto italiana ma anche europea, occorre regolamentare la professione di chi materialmente prepara e cucina la pizza”.
Insomma, un vulnus legislativo cui porre rimedio, tanto per il centrodestra, quanto per il centrosinistra. E, visto che ci siamo, e’ giusto pensare di preparare al meglio chi vorra’ munirsi dell’attestato europeo di pizzaiolo, prevedendo un corso formativo di 120 ore, articolato in sessanta ore di pratica in laboratorio; venti ore di lingua straniera; venti ore di scienze dell’alimentazione; venti ore di igiene e somministrazione di alimenti. Con la Pep si creera’ la figura del ‘superpizzaiolo’ capace di parlare almeno due lingue (anche se, forse, limitatamente alla sua specifica attivita’ lavorativa), esperto di scienza dell’alimentazione, ma soprattutto in grado, materialmente, di mettere in pratica una vera e propria arte che ha reso celebre in tutto il mondo quel semplice impasto di acqua, sale, farina e lievito. Le due proposte sono quasi identiche e si differenziano solo in parte, nei requisiti necessari per ottenere la ‘patente’ di pizzaiolo. Secondo Costa, chiunque voglia ottenere l’attestato, dopo l’esame teorico e pratico, deve comunque frequentare un corso di formazione, mentre secondo il senatore del Pd chi fa il pizzaioloda almeno due anni puo’ saltare il corso e passare direttamente all’esame, richiedendo l’attestato ad una delle associazioni riconosciute del settore. La patente ha una validita’ di 5 anni, ma se c’e’ un esercizio continuativo della professione, documentato dall’iscrizione alla camera di commercio o da un rapporto di lavoro presso una azienda del settore, la patente e’ rinnovata automaticamente.