Un terzo dei bambini vittime di un pedofilo non denuncia l’abuso. Quando poi i casi avvengono tra coetanei, ben quattro ragazzi su cinque non trovano il coraggio di rivelare il segreto. Senza contare i pericoli della rete: il 30% degli adolescenti ammette di essere stato molestato in una chat room.

Reticenza e paure che fanno registrare dunque un basso numero di denunce di abusi: solo 574 nel 2010. “Mentre negli ultimi sei mesi, tramite le nostre linee telefoniche di ascolto dei minori e di emergenza, siamo intervenuti in quasi quattromila casi”, denuncia Telefono Azzurro Onlus, in occasione della IV giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, che si celebra domani. “Queste cifre ci fanno capire come vi sia un sommerso da far emergere con estrema urgenza. Possiamo parlare di un vero e proprio olocausto silenzioso”, denuncia Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro. Il problema, secondo Caffo e’ che “in Italia manca ancora una banca dati sul fenomeno della pedofilia. Ancora, purtroppo, non sono stati messi in campo quegli strumenti utili ad affrontare concretamente il fenomeno” Telefono Azzurro ha organizzato oggi un incontro presso l’Istituto Tommaso Salvini di Roma, durante il quale 100 alunni della scuola hanno incontrato magistrati, rappresentanti del ministero dell’Istruzione e dell’Interno, delle Forze dell’Ordine e della Polizia Postale, esperti del fenomeno e giornalisti, per conoscere la natura della pedofilia, capire come riconoscere l’abuso, a chi rivolgersi quando se ne intravede la natura. Infatti, sempre per Caffo, “oltre alle leggi, e’ necessaria una concreta opera di educazione e prevenzione per l’effettivo contrasto della pedofilia”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui