”Chiediamo con determinazione e forza che facciate sentire la vostra voce e proponiate subito qualcosa di concreto che possa fermare il femminicidio”. E’ quanto scrive Telefono Rosa in una lettera inviata ai segretari e ai presidenti di tutti i partiti, alla luce dell’omicidio, qualche giorno fa, di una donna incinta e dell’ennesimo assassinio di una madre ieri a Cremona.

”Dall’inizio dell’anno è una mattanza che non può più essere possibile in un Paese civile” scrive Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, Presidente e Legale Rappresentante di Telefono Rosa. E sollecita, oltre a una giustizia ”rapida e severa” l’abolizione del rito abbreviato per i colpevoli di stupro e l’aumento dei minimi di pena. ”I colpevoli di reati di violenza contro le donne – aggiunge – non dovrebbero usufruire degli arresti domiciliari ma nel caso in cui il Giudice lo decidesse essi debbono sottoporsi ad un trattamento con personale specializzato”. ”Lo chiediamo a nome nostro e della società civile, che ci scrive indignata e si stupisce di questo assurdo immobilismo della politica italiana. Chiediamo di avere un riscontro oggettivo e concreto a questa nostra richiesta. Non bastano più le parole. Servono fatti, politiche e risorse economiche e umane. In caso contrario – conclude la presidente di Telefono Rosa – questo diventerà un vero e proprio sterminio di Stato di cui noi non vogliamo essere complici”.

 

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