L’indimenticabile ”faccia da straniero” non c’e’ piu’. Georges Moustaki e’ morto oggi a Nizza a 79 anni, portato via da una malattia che non gli permetteva piu’ da tempo di cantare. Per molti restera’ ”le Meteque”, ”lo Straniero”, per il titolo di quella ballata per chitarra scritta nel ’68, in piena contestazione, che lo rese celebre in tutto il mondo. Il brano (che in Francia aveva venduto 500 mila copie) fu tradotto in italiano da Bruno Lauzi e scalo’ la top ten dei dischi piu’ venduti in Italia nel ’69.
Come non ricordare quei versi: ”Il nostro amore durera’, per una breve eternita’, finche’ la morte non verra”’, cantava. Pittore, scrittore, sognatore e vagabondo, poliglotta, ”libertario e libertino”, diceva lui, Moustaki lascia alla chanson francaise piu’ di 300 canzoni. Sue sono le parole di ‘Milord’, scritta nel ’58 per Edith Piaf, con la quale visse una breve e appassionata avventura. Sue sono ‘Ma solitude’, ‘Ma liberte” e ‘Madame Nostalgie’, scritte per Serge Reggiani, e ‘La dame brune’ per Barbara. Interpreto’ ‘La Marche de Sacco et Vanzetti’, cover della memorabile ‘Here’s to you’, scritta da Ennio Morricone per il film ‘Sacco e Vanzetti’ e la voce di Joan Baez. In Italia e’ famoso anche per avere realizzato Il rischio, il brano che faceva da sigla al Rischiatutto e nel 1998 aveva partecipato allo sceneggiato televisivo ‘Il conte di Montecristo’. Giuseppe Mustacchi (questo il suo vero nome) era nato ad Alessandria d’Egitto il 3 maggio 1936 da genitori ebrei italo-greci. Arrivo’ a Parigi nel ’51, dove fu prima giornalista allo sbaraglio, poi barman in un piano bar. L’incontro con Georges Brassens fu determinante. In omaggio al piu’ grande dei chansonnier cambio’ il suo nome, la sua carriera prese il volo e il pubblico di tutto il mondo si lascio’ sedurre da quel musicista franco-greco, ”meta’ pirata meta’ artista”. Moustaki viveva da quarant’anni a Parigi, da solo, nel suo ”angolo di Paradiso”, diceva, sull’ile Saint-Louis, circondato da strumenti musicali e montagne di cd. ”Sono un ultra settantenne con la voglia di vivere fino a 120 anni, ma accetterei anche se tutto questo si fermasse domani”, aveva confidato all’ANSA nel 2008. Anche se il primo approccio con il mondo musicale italiano era stato difficile, diceva di conservare dell’Italia ricordi dolci: una storia d’amore e gli album di amici veri, Ludovico Einaudi, Gian Maria Testa, Giorgio Conte. Nonostante l’eta’ aveva la stessa nuvola di capelli ribelli, ormai bianchi, e gli stessi occhi trasparenti e vivaci. Nel 2009 aveva pubblicato l’album ‘Solitaire’, con pezzi inediti e vecchi successi, e aveva dato due concerti all’Olympia, la voce rauca. Nel 2011, aveva rivelato di soffrire di una malattia ”irreversibile”, un enfisema polmonare e, per sfuggire all’inquinamento della capitale, si era trasferito a Nizza, nel sud: ”Mi dispiace solo di non poter piu’ cantare sotto la doccia”, aveva scherzato a febbraio con la stampa francese. Se ne e’ andato oggi l’eterno viaggiatore, l’idealista impegnato, se ne e’ andato ”sereno”, ha fatto sapere la famiglia. Georges Moustaki era ”un uomo diverso come lo sono solo i poeti”, ha detto di lui la cantante e ex musa di Saint-Germain-de-Pres, Juliette Greco. Il presidente Hollande ha ricordato ”l’immenso artista che ha sempre rivendicato la ricchezza delle sue origini”. Tra gli omaggi piu’ delicati, quello della ministra Christiane Taubira che in un tweet cita Eluard: ”Insaziabile Meteque, eccoti ormai come un’impalpabile granello di sabbia nel vento. Addio, Milord”.