“Domani alle ore 12 in tutto il pianeta si fara’ un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della sperimentazione. Nel nostro Paese potremmo essere alla vigilia di un cambiamento epocale, con la chiusura definitiva degli allevamenti e delle strutture per la stabulazione di cani, gatti e primati ‘da laboratorio’.
Per questo vogliamo onorare la memoria degli animali che hanno perso la vita, non soltanto osservando un minuto di silenzio, ma, soprattutto, chiedendo a gran voce l’approvazione dell’articolo 14 delle Legge Comunitaria che vieta l’allevamento e la stabulazione degli animali per la sperimentazione, attualmente in esame al Senato”. E’ quanto dichiara in una nota Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa). “Solo in Italia – ricorda l’Enpa – nel triennio 2007-2009, piu’ di 2,6 milioni di animali (circa 870 mila l’anno) sono stati utilizzati per presunti fini scientifici. Non soltanto topi, ratti e altri roditori, ma anche cani, suini, pesci, anfibi, uccelli, scimmie e primati. E moltissimi di loro ai laboratori non sono mai sopravvissuti. Questi numeri – prosegue Ferri – spiegano perche’ le lobby della ‘ricerca’ stanno facendo muro al Senato contro l’approvazione della legge, che pure e’ stata votata dalla Camera con un’ampia maggioranza trasversale. Il via libera all’articolo 14 significherebbe, infatti, mettere in pericolo il giro d’affari alimentato dalla sperimentazione sugli animali”. A sostenere che “un’altra ricerca e’ possibile”, sostiene Enpa, “non sono soltanto le associazioni animaliste, da sempre schierate in prima linea su questo fronte. Sono soprattutto gli italiani che a grande maggioranza (l’86%, vale a dire 4 su 5 secondo il Rapporto Italia dell’Eurispes) vogliono chiudere con lo sfruttamento degli animali nei laboratori. Non e’ dunque un caso che le lobby della vivisezione stiano tentando in ogni modo di cambiare l’orientamento della nostra opinione pubblica – puntualizza Ferri – utilizzando messaggi tanto d’impatto quanto fuorvianti. Come dimostrano i 200 mila decessi causati ogni anno in tutto il mondo dall’assunzione di farmaci testati sugli animali, la scelta non e’ tra la vita di un animale e quella di un bambino: la vera scelta e’ tra metodi scientifici fallibili, perche’ focalizzati su Dna non umano, e metodi realmente efficaci in quanto direttamente applicabili all’uomo”, conclude.